Bassani: "In pista sono bastardo quando serve, amo la SBK perché vera"

In che epoca ti sarebbe piaciuto correre?
 
“Per come vivevano ed affrontavano le gare direi fine anni ’80 o inizio ’90. Le moto erano già dei mezzi di grande valore, ma capitava ancora di vedere i piloti stesi nel box o impegnati a dare una mano. C’era molto più dialogo tra pilota e team, dato che non vi erano i dati. Tutti andavano via con i loro camper, o dormivano in furgone come ho fatto io. C’era l’agonismo ma era come trovarsi con degli amici: ci si batteva ma poi si era tutti amici come prima”.
 
Quale moto avresti voluto guidare?
 
“La Suzuki 500 di Kevin Schwantz con la livrea lucky strike, mi è sempre piaciuta”.

Il segreto della coppia Bassani - Motocorsa 

Qual è la forza del binomio Bassani – Motocorsa?
 
“Siamo partiti entrambi da zero o quasi, crescendo insieme ed adattandoci l’uno all’altro. Io ho imparato da loro e viceversa, il che credo abbia fatto la differenza”.
 
Dove pensi di dover migliorare?
 
“Dovrei restare più calmo in certe situazioni, e magari dare indicazioni più chiare alla squadra relativamente alla moto. Devo migliorare anche in qualifica e nelle gare brevi, sono cose che mi mancano per fare l’ultimo step”.
 
Come ti senti dopo questa lunga pausa?
 
“Bene, anche se penso che una pausa maggiore di due settimane sia eccessiva. Sembra quasi di essere alla prima gara dell’anno, anche se ne abbiamo già fatte due. Il test di Barcellona è servito per restare in allenamento, anche se  i test non mi piacciono particolarmente. Purtroppo le pause lunghe vi sono sempre state in Superbike”.

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