Ducati Story, Giancarlo Falappa: talento, cuore e follia

Ducati Story, Giancarlo Falappa: talento, cuore e follia© GpAgency

Il Leone di Jesi corse nel mondiale SBK, sempre con Case italiane: dopo il debutto con la
Bimota, gareggiò per la Ducati, con 16 manche vinte (tre con la Bimota), fino all’incidente nei test di Albacete che lo costrinse al ritiro

28.02.2022 ( Aggiornata il 28.02.2022 14:18 )

L'approdo nel campionato iridato


Falappa arrivò nel mondiale SBK nel 1989 in sella a una Bimota con un contratto da... autista del camion, e come seconda guida accanto al campione europeo 500 Fabio Biliotti. Merita ricordare come Giancarlo approdò al Mondiale: dopo anni di off-road, Falappa decise di provare una moto in pista a Misano e dopo aver firmato il record della pista venne subito ingaggiato per il campionato italiano Sport Production, dove vinse tutte le selettive e si trovò alla finale del Mugello a pari punti con un grande Gianluca Galasso.

Giuseppe Morri, titolare della Bimota, disse che il vincitore dell’Italiano sarebbe stato preso come seconda guida nel mondiale SBK. Falappa, emozionatissimo per la notizia, cadde nel giro di ricognizione e spezzò la pedana del cambio. Eppure riuscì a schierarsi e a partire senza pedana prendendo subito la testa inseguito da Galasso. Dopo tre giri in testa a Falappa, che teneva la gamba sospesa in aria, prese un crampo e volò via alla Casanova. Galasso, che lo seguiva, iniziò forse a festeggiare e distraendosi volò via alla Savelli. Quindi dopo aver spulciato tutte le vittorie e i record dei due, Falappa si aggiudicò per un soffio il posto in Bimota. Incredibile: con soltanto quattro gare disputate in pista, Giancarlo arrivò a Donington per il Mondiale, senza conoscere nulla della moto e della pista.

Incredibilmente in Gara 1 partì primo e per sei giri rimase al comando davanti agli scatenati britannici, che gioirono quando Falappa scivolò e si ritirò. Ma in Gara 2, il debuttante Giancarlo riprese il comando e senza errori andò a vincere la sua prima gara mondiale, lasciando tutti a bocca aperta. Biliotti, finito nelle retrovie, obbligò il team a fermarsi a Misano perché per contratto lui avrebbe dovuto avere il motore ufficiale mentre Falappa avrebbe dovuto correre con un motore di serie.

E quindi volle un confronto a moto invertite: arrivati a Misano, Falappa con la sua moto rifilò un secondo a Biliotti, il quale, salito sulla moto di Giancarlo, si vide sopravanzare di due secondi! Fabio decise di ritirarsi, aprendo una concessionaria di auto, chiudendo così una bellissima carriera in moto. Al posto di Biliotti arrivò Mike Baldwin dagli Stati Uniti.

L’americano, ex Team Roberts nella 500 GP, capì ben presto che tipo fosse il suo compagno di squadra, soprattutto nella volata finale del Paul Ricard dove Giancarlo fece a sportellate per tutto il penultimo giro soprattutto nel lunghissimo rettilineo del Mistral, per poi vincere la manche in volata contro Raymond Roche e Stéphane Mertens. Appena tagliato il traguardo Falappa si fermò sul rettilineo e urlò qualcosa a Bracco e Leo, i suoi meccanici. Si scoprì soltanto dopo che Falappa al penultimo giro aveva rotto il semimanubrio sinistro in un contatto a 300 all’ora, e aveva fatto l’ultimo giro con la mano sulla forcella e senza frizione.

In quella prima stagione Falappa collezionò tre vittorie e cinque podi ma anche un numero notevole di cadute e voli finendo comunque sesto assoluto. Celebre anche l’episodio del viaggio verso Misano, quando sulla sua Bimota aprì lo sportello dell’auto di Marco Lucchinelli per urlargli “Ciaooo Marcooo”. Poi richiuse lo sportello e ripartì impennando in piedi sulle pedane.

Il 1990, pilota ufficiale di Borgo Panigale


Lucky lo volle subito come pilota Ducati ufficiale per il 1990, accanto a Raymond Roche. Dopo il dominio del francese in Spagna, si tornò a Donington dove Falappa conquistò la pole e vinse Gara 2 seminando gli avversari. Purtroppo il giorno del suo compleanno, a Zeltweg, nelle qualifiche incontrò nel curvone da 250 orari un pilota lento e in traiettoria. Per non colpirlo si buttò nella via di fuga e dopo un volo di 100 metri finì nel prato con 15 fratture. Stagione finita e lunga riabilitazione. Ma lui non mollava mai e rientrò ancora debilitato nel 1991, vivendo gare molto difficili.

Molto meglio andò il 1992, quando tornò alla vittoria dando battaglia a tutti, compreso il compagno, l’iridato Doug Polen, che venne spedito nelle vie di fuga in duelli memorabili soprattutto a Spa-Francorchamps in Belgio. Quattro le vittorie stagionali e addirittura quarto posto finale.

Si arrivo così al 1993, quando Falappa tornò al 100% e lo dimostrò alimentando il suo mito già dalla prima gara. Sul terribile saliscendi di Brands Hatch diluviava, un assist per gli specialisti britannici, che invece già al primo giro di gara videro sparire una rossa Ducati che transitò con sei secondi di vantaggio sugli avversari. Al termine della manche, Falappa doppiò tutti tranne i primi sette, chiudendo con un vantaggio di oltre mezzo minuto sul secondo, ma all’ultimo giro si mise in piedi sulle pedane, compiendo quasi tutto il passaggio conclusivo in impennata fino al traguardo. La stagione lo vide vincere ben sette manche da grande protagonista contro l’americano Scott Russell (poi campione del Mondo) e Carl Fogarty.

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