SBK, Andrea Locatelli: "Nel 2024 vorrei 'rubare' qualcosa a Rea"

SBK, Andrea Locatelli: "Nel 2024 vorrei 'rubare' qualcosa a Rea"© GpAgency

La nostra intervista al pilota 26enne: "Il rinnovo con Iwata era il mio obiettivo: chissà, un giorno mi tatuerò il logo dell’azienda"

15.09.2023 ( Aggiornata il 15.09.2023 11:03 )

Loka, sempre più uomo-Yamaha


Nelle partenze sei spesso un fulmine: fai esercizi per i tempi di reazione?

“Sta molto a come utilizzi la frizione, a come hai impostato la potenza della moto. A cinque anni iniziai ad allenarmi sulle partenze, quasi tutte le sere, in garage. Mio padre aveva costruito una luce rossa, io mi mettevo in fondo, con la Minimoto. A volte spegneva la luce dopo un secondo, altre dopo dieci. Quando arrivo in griglia, ‘entro’ nella luce del semaforo, tutto il resto è sfuocato, vedo soltanto la luce rossa. Poi quando parto riprendo l’attenzione sul resto”.

Metterai su famiglia a breve?

“Non è la mia priorità, sono fidanzato ma non conviviamo. Sono un po’ particolare. Forse se avessi fatto l’operaio o il pizzaiolo, stando più a casa e piacendomi tanto i bambini, molto probabilmente ne avrei già due o tre. Ma per quello che faccio ho bisogno dei miei spazi”.

Come vedi il futuro?

“Ci sono altri due anni molto importanti con la Yamaha. Voglio fare davvero bene e dopo questi sarò vicino ai 30, e potrebbero cambiare le cose. Rinnovando ancora con la Yamaha diventerebbero sette anni con loro e allora potrei tatuarmi sulla schiena o sul petto il loro logo”.

Ti piacerebbe restare nel mondo delle corse?

“Sì, magari far parte di una squadra, da capotecnico o team manager, o aiutare i bambini con le Minimoto. Sono tornato di recente a Curno, dove vidi la prima gara di Minimoto. Avevo cinque anni e me ne innamorai. All’inaugurazione di Orobikart mi sono rivisto in quei bambini”.

Entro il 2030 un italiano può vincere il mondiale Superbike? Magari tu?

“Non so, mi piacerebbe, però dovrà essere perfetto l’intero pacchetto, un po’ come Alvaro Bautista adesso con la Ducati e Toprak nel 2021. Due anni fa rispetto alle Ducati eravamo più costanti, mentre la Kawasaki subì il pasticcio della moto nuova che però era vecchia e Rea cadeva tanto”.

Con il senno di poi saresti passato prima nelle derivate?

“Forse sì, non avrei perso tempo in situazioni che, pur insegnandomi qualcosa, non hanno prodotto frutti. Ho avuto sfortuna ma fortuna nello stesso tempo, perché la carriera di un pilota dipende da tante variabili. Mi sarebbe piaciuto essere come Quartararo, vincere un mondiale MotoGP. Magari non avevo niente da invidiargli, o forse sì. Ho la consapevolezza di aver fatto finora una bella carriera, sono soddisfatto degli ultimi anni, di ciò che ho fatto, delle persone conosciute e dei team che ho trovato”.

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