© FotoliberaL'offensiva cinese non accenna a fermarsi, anzi, ogni giorno è più minacciosa. In prima linea, oggi, c'è la Valico: andiamo a scoprirla
02.06.2022 ( Aggiornata il 02.06.2022 19:51 )
Alla guida
La posizione di guida consente di assumere una postura naturale; il serbatoio ha una notevole capienza (16,5 litri) e la protezione aerodinamica è garantita dal plexiglass di serie, che però genera qualche vortice sul casco.
Il livello di comfort rimane elevato anche in autostrada. La Valico è stabile anche sui curvoni autostradali e la sella in pelle non provoca indolenzimenti. Peccato per qualche vibrazione di troppo, avvertibile soprattutto al manubrio a velocità di crociera (120-130 km/h); nulla di drammatico. È una moto facile ed equilibrata, che però all’occorrenza sa anche divertire. La sua semplicità è evidente fin dalla prima curva.
L’avantreno è neutro e ben saldato a terra, anche se non così rapido a prendere la corda (e nonostante il cerchio anteriore di 17 pollici). Alle grandi staccate e alle pieghe improvvise predilige la guida fluida, “pennellata” in anticipo. Anche perché il peso non è particolarmente contenuto e la frenata potrebbe avere più mordente, soprattutto nella prima parte di corsa della leva.
Le sospensioni sono morbide, con una taratura pensata per attutire gli avvallamenti, non per garantire il rigore assoluto. È una moto più rassicurante che sportiva ma è comunque piacevole da guidare, perché richiede pochissimo sforzo.
Il bicilindrico ha lo stesso carattere della ciclistica. L’ordine di scoppio gli dona un’erogazione pastosa, lineare, che alla cattiveria di motori più pimpanti risponde con la regolarità.
Ai bassi e medi regimi, infatti, non ha molta forza: per farlo correre serve insistere con la marcia, più di quanto ci si aspetterebbe da un bicilindrico. È comandato da una frizione morbida e un cambio con innesti precisi. La Valico è una piccola turistica senza particolari punti deboli ma con molti pregi. Forse manca un pizzico di personalità, specialmente al motore, ma torniamo al nocciolo della questione: per 5890 Euro (fino al 30 giugno), un carattere smussato non è un difetto.
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