Il primo podio di Andrea Iannone in MotoGP &egrave; arrivato alla sua prima gara nel Team ufficiale Ducati, domenica 29 maggio, in Qatar. Terzo posto. A differenza del suo compagno di squadra, Andrea Dovizioso, Iannone non &egrave; mai stato in lotta per la vittoria, ma la sua gara ha pi&ugrave; di un motivo di soddisfazione. Ha fatto una gara intelligente, senza mai perdere il treno dei primi e assicurandosi il podio MotoGP aver passato Lorenzo per il terzo posto a tre giri dalla fine.  Ora dovr&agrave; confermarsi, questo finesettimana, a Austin, Texas, GP delle Americhe (guarda QUI gli orari della TV). Bisogner&agrave; continuare con lo sviluppo della nuova moto, ancora molto &ldquo;giovane&rdquo;, e confermare il trend positivo anche sulle prossime piste.  La pista di Austin &egrave; un circuito che a Iannone piace.  &ldquo;L&rsquo;anno scorso ho &lsquo;rischiato&rsquo; di salire sul podio e quindi sono molto contento di tornarci, questa volta come pilota ufficiale del Ducati Team. Il circuito texano &egrave; molto bello e credo che con la Desmosedici GP15 potremo puntare ad ottenere un buon risultato, grazie anche al momento molto positivo che sto vivendo insieme alla mia squadra&rdquo;.  

&Egrave; reduce dal suo primo podio in MotoGP. E la pista di Austin gli piace

Iannone: Rischio di salire sul podio

Nella giornata conclusiva di Motodays in Fiera Roma &egrave; approdato anche Andrea Iannone. Si &egrave; dichiarato affaticato dai tanti impegni che derivano dal fatto di essere un pilota ufficiale, tanto da mancare la presenza sul palco centrale del Salone, scatenando il disappunto dei fans che lo attendevano per un saluto. Iannone, per&ograve;, non ha voluto negarsi a Motosprint, unica testata con cui ha parlato.  Ecco il suo saluto, anche in video:    &ldquo;In questo periodo gli impegni sono tanti, il che vuol dire che le cose stanno andando bene&rdquo;, ha esordito Iannone. &ldquo;Per&ograve; bisogna stare un po&rsquo; tranquilli e rilassarsi, per essere sicuri di arrivare preparati al meglio per l&rsquo;inizio della stagione&rdquo;.  Il precampionato &egrave; stato cos&igrave; stancante? &ldquo;Secondo me &egrave; stato abbastanza impegnativo: abbiamo fatto dei progressi positivi rispetto a come abbiamo finito l&rsquo;anno scorso. Comunque gi&agrave; il mio approdo nel team ufficiale &egrave; una cosa che mi ha reso molto felice e soprattutto molto fiducioso per il futuro. Abbiamo avuto buone sensazioni sulla moto nuova a Sepang2, e tutti crediamo che sia una buona base di partenza per il futuro e gi&agrave; per questo 2015. Le situazioni che abbiamo vissuto finora sono tutte molte positive... e non era cos&igrave; scontato, visto che mi trovo su una moto nuova in un team nuovo&rdquo;.  La moto &egrave; nuova anche per l&rsquo;altro Andrea... &ldquo;S&igrave;, anche se lui &egrave; gi&agrave; due anni che &egrave; nel team ufficiale. Per&ograve; diciamo che io mi sono trovato forse inizialmente un pelino meglio con la moto nuova... &ldquo;.  Iannone non perde occasione per puntualizzare di essere stato sette decimi pi&ugrave; veloce di Dovizioso nei test di Sepang2. &ldquo;Per&ograve; anche lui presto sicuramente in Qatar sar&agrave; veloce... come deve essere e come noi dobbiamo essere&rdquo;, aggiunge subito dopo.  Come vanno le cose tra di voi? C&rsquo;&egrave; rivalit&agrave;? &ldquo;No, andiamo molto d&rsquo;accordo, tra di noi c&rsquo;&egrave; stima reciproca: io nei suoi confronti e lui nei miei. Sono contento di avere un compagno di squadra come lui perch&eacute; oltre ad essere estremamente veloce e forte un po&rsquo; in tutte le situazioni &egrave; anche una persona con la quale ti ci puoi confrontare... Ci puoi scambiare delle opinioni per poter crescere. La cosa che non ha prezzo &egrave; che per quanto riguarda lo sviluppo della moto viaggiamo tutti e due sulla stessa direzione e questa &egrave; una cosa davvero positiva perch&eacute; se fossimo stati due piloti completamente diversi, dove uno preferiva una roba e uno l&rsquo;altra, sarebbe diventata una cosa pi&ugrave; difficile per Ducati. Invece cos&igrave; riusciamo ad accelerare lo sviluppo&rdquo;.  Cosa ti ha colpito di pi&ugrave; della nuova Desmosedici? &ldquo;Sicuramente l&rsquo;agilit&agrave; che abbiamo guadagnato: &egrave; l&igrave; che abbiamo fatto la differenza, perch&eacute; con l&rsquo;altra questo punto di forza non si poteva trovare... era anomala sotto questo punto di vista, e non siamo riusciti a capire il vero motivo di questa cosa. Appena saliti sulla GP15, quest&rsquo;anomalia &egrave; andata via da subito, il che &egrave; stata secondo me una grande cosa, perch&eacute; &egrave; difficile affrontare un campionato, senza una moto che diventa agile, che &egrave; facile da guidare e che curva...&rdquo;  Da dove arrivi? &ldquo;Arrivo da Vasto, ma prima da Kuala Lampur per i test, poi dalle Philippine per un evento Ducati, poi Bologna... oggi Roma, poi di nuovo Vasto, poi&nbsp; il Qatar... In questo ultimo mese abbiamo viaggiato veramente tanto. E&rsquo; stata dura, e un po&rsquo; stressante, per&ograve; sono contento&rdquo;.  Ma di questo Motodays cosa pensi? &ldquo;Sono cose che agli appassionati di moto fanno piacere, perch&eacute; possono passare una giornata in un luogo dove hanno il loro cuore e la loro passione, ed &egrave; positivo poter offrire questa possibilit&agrave; alle persone che amano le moto&rdquo;.  Fiammetta La Guidara      &nbsp;

&ldquo;Abbiamo fatto grandi passi avanti con la nuova Ducati&rdquo;. &ldquo;Dovizioso? Lo stimo&rdquo; 

Iannone: com&rsquo;&egrave; agile la GP15! 

Up and down, la stagione di Andrea Iannone

Andrea Iannone ha raggiunto il suo obiettivo: una moto ufficiale, la Ducati ufficiale. Dal prossimo anno infatti sar&agrave; compagno di squadra di Andrea Dovizioso. A Valencia, nei test subito dopo l&rsquo;ultimo GP della stagione, ha effettuato i suoi primi giri in ottica 2015.&nbsp;  Questa &egrave; un&rsquo;intervista rilasciata al nostro inviato Enrico Borghi poco prima della fine della stagione. &Egrave; pubblicata sul numero 44 di Motosprint.&nbsp;  &laquo;La seconda parte di stagione non &egrave; stata come la prima: forse sono stato pi&ugrave; veloce, ma purtroppo ci sono stati diversi piccoli problemi. Eravamo un po&rsquo; &ldquo;tirati&rdquo; su alcuni componenti, che infatti ci hanno pregiudicato qualche gara. Ma del resto quando fai lo sviluppo in modo cos&igrave; veloce e cerchi di recuperare il gap dai migliori, per giunta nel minor tempo possibile, certe cose possono capitare. Quindi alla fine sono contento cos&igrave;; guardo avanti&raquo;.&nbsp;  In che senso?  &laquo;Il mio anno importante sar&agrave; il prossimo, e poi quello seguente&raquo;.&nbsp;  Il biennio in cui sarai nel team ufficiale Ducati.  &laquo;Esatto: &egrave; l&rsquo;anno prossimo quello in cui voglio essere competitivo. Quest&rsquo;anno ero disposto a sacrificarmi: nel caso bisognasse perdere una posizione, ero disposto a perderla. Perch&eacute; eravamo tutti coinvolti in un lavoro diverso dal solito. Ad esempio, a Indianapolis potevamo raccogliere di pi&ugrave; ma abbiamo avuto dei problemi&raquo;. &nbsp;  Gi&agrave;, ti sei &egrave; ritirato a causa del motore, che aveva alcuni componenti nuovi. Insomma, facevi &ldquo;sviluppo&rdquo; in gara.&nbsp;  &laquo;A Misano ho dovuto correre, diciamo cos&igrave;, &ldquo;sacrificato&rdquo;, ma lo sapevo che avrei perso qualcosa. Per&ograve; ho sempre accettato tutto in nome dell&rsquo;obiettivo del reparto corse: sperimentare, provare. Tutto finalizzato a recuperare la competitivit&agrave;&raquo;.&nbsp;  Ti riferisci al fatto che, per sviluppare la moto, anche tu hai provato pezzi nuovi in gara. E a volte hanno ceduto...&nbsp; &nbsp;  &laquo;Non voglio entrare nello specifico, perch&eacute; non &egrave; giusto. Dico che forse valeva la pena di conservarci un po&rsquo; per il finale. Ma devo anche dire che nemmeno la fortuna ci ha dato una mano. All&rsquo;inizio le cose sono andate come dovevano andare, invece alla fine c&rsquo;&egrave; stato qualche intoppo, qualche ostacolo. Che ci pu&ograve; stare, quando sei nella nostra condizione: in MotoGP bisogna essere sempre pi&ugrave; organizzati, sempre pi&ugrave; efficaci, sempre perfetti. Basta un nulla e ti trovi dietro. &Egrave; giusto dire che anche io, come pilota, ho fatto degli errori; e abbiamo fatto altri piccoli errori come gruppo. Tutto questo va preso come esperienza. Abbiamo tutti imparato qualcosa; sono certo che nel 2015 certi errori non li faremo pi&ugrave;&raquo;.  Ma s&igrave;, &egrave; normale: c&rsquo;&egrave; stato un prezzo da pagare (l&rsquo;affidabilit&agrave;) in questa fase di sperimentazione.&nbsp;  &laquo;Ma io sono serenissimo, perch&eacute; Gigi (Dall&rsquo;Igna) mi ha sempre trattato benissimo: ho sempre avuto tutto dal reparto corse, sono stato trattato come Andrea (Dovizioso) e forse non mi era nemmeno dovuto. Nel senso che c&rsquo;era nel contratto, &egrave; vero, ma nel 2013 non era stato cos&igrave;. Quest&rsquo;anno invece s&igrave;. Dalla Ducati non mi hanno mai fatto mancare niente&raquo;.&nbsp;    Quindi il tuo bilancio 2014 &egrave; positivo.  &laquo;&Egrave; stato un anno estremamente positivo, assolutamente. Perch&eacute; c&rsquo;&egrave; stata una crescita, sia da parte mia che della nostra moto; c&rsquo;&egrave; stata una gestione completamente diversa rispetto al 2013, quindi si &egrave; visto un miglioramento sotto tutti gli aspetti. Molte volte mi sono tolto delle soddisfazioni: sono stato spesso la prima Ducati, per quello che pu&ograve; contare. Sono molto positivo per il futuro. Davanti a me vedo solo arcobaleni: vedo tante possibilit&agrave; per me&raquo;.  Hai parlato di gestione completamente diversa.  &laquo;C&rsquo;&egrave; stato un cambiamento importante nel metodo di lavoro: l&rsquo;arrivo di Gigi Dall&rsquo;Igna ha mutato completamente la situazione. Tutto ha iniziato a funzionare meglio: il lavoro che facciamo &egrave; pi&ugrave; efficace, le prove sono svolte molto bene. E la moto &egrave; migliorata. Cerchiamo di capire sempre come evolvere la moto in ottica futura, siamo sempre alla ricerca di qualcosa in pi&ugrave;, quindi del miglioramento&raquo;.&nbsp;  Ti senti sollevato, rispetto al 2013?  &laquo;Non ho mai avuto dubbi sulla professionalit&agrave; e sulla competenza del reparto corse. Questa &egrave; stata la stagione in cui gli ingegneri e i tecnici hanno messo in mostra quello che possiamo fare in futuro: in meno di un anno ci siamo risollevati, e stiamo reagendo bene nella categoria pi&ugrave; dura di sempre. E abbiamo delle idee chiare per il futuro&raquo;.&nbsp;  Parli sempre al plurale: ti senti davvero parte del gruppo.  &laquo;Ho contributo allo sviluppo: ho provato molto, mi sono state chieste tante cose. Ho preso parte a tutti i test Ducati, ho provato la GP14.2 subito, cio&egrave; prima di Arag&ograve;n, quando &egrave; arrivata. Ci siamo divisi il materiale nuovo, quindi anche le prove, e credo che anche le mie indicazioni siano state valutate e considerate.&nbsp;Come quelle di Andrea (Dovizioso)&raquo;.&nbsp;  La tua recente promozione lo dimostra.  &laquo;Sto per passare nel team ufficiale ed era fondamentale, per me, guadagnare quel posto per il 2015. Ho una chiarezza disarmante sul mio futuro&raquo;.  Hai detto &ldquo;disarmante&rdquo;?  &laquo;S&igrave;, ho chiarissimo, nella mia testa, dove voglio arrivare&raquo;.&nbsp;  Parli del podio?  &laquo;Assolutamente s&igrave;. Sono arrivato dove volevo (nel team ufficiale) ma non dove voglio arrivare: questa la vedo come una nuova partenza&raquo;.&nbsp;  Il podio &egrave; un obiettivo minimo per chi entra in un team ufficiale.  &laquo;Ecco perch&eacute; dico che &egrave; fondamentale il passaggio nel team ufficiale, quindi il ritrovarmi in quel box. &Egrave; fondamentale essere supportato ancora di pi&ugrave; dalla Casa&raquo;. &nbsp;  Porterai con te alcuni uomini di fiducia?  &laquo;Verranno Marco Rigamonti (il mio capotecnico) e Tommaso Pagano (il mio &ldquo;elettronico&rdquo;). Ed &egrave; giusto cos&igrave;: abbiamo fatto insieme il mio primo e secondo anno di MotoGP, quindi &egrave; una buona cosa affrontare insieme anche il passaggio nel team ufficiale&raquo;.&nbsp;    Manca poco.  &laquo;Manca una gara, che voglio correre nel migliore dei modi. Poi dal luned&igrave; successivo inizier&agrave; una nuova parte della mia carriera&raquo;.&nbsp;  Sarai pilota ufficiale del Team Ducati. Quello supportato dallo sponsor pi&ugrave; famoso, e forse pi&ugrave; potente, del mondo dei motori.&nbsp;  &laquo;Sono molto felice. Anche se in un certo senso ero gi&agrave; un pilota ufficiale, in questo modo lo diventer&ograve; ancora di pi&ugrave;. Naturalmente voglio ripagare la fiducia che mi viene data, e per primo voglio ripagare la fiducia di Gigi Dall&rsquo;Igna: &egrave; la persona che pi&ugrave; ha creduto in me, e me lo ha dimostrato dal primo momento. Gli devo molto&raquo;.  Sali di grado e aumentano le responsabilit&agrave;. A questo punto dovrai pianificare una nuova preparazione?  &laquo;Non lo so: fisicamente non sono mai andato in crisi quest&rsquo;anno. Non ho i problemi che ha avuto ad esempio Lorenzo in questi ultimi tempi. Anche in Giappone nel finale andavo quasi come i primi: ho perso qualcosa nei primi 8 giri, ma non era un problema di preparazione&raquo;.&nbsp;  Come tecnica di guida come ti vedi?  &laquo;Non c&rsquo;&egrave; una che pista che preferisco e non ce n&rsquo;&egrave; una dove mi trovo male. Vado bene dappertutto. Diciamo che tendo a fare un po&rsquo; fatica sulle piste che hanno curve molto lente, strette, con ripartenze dalle basse velocit&agrave;. Tipo Motegi, insomma, anche se su quella pista ho vinto due volte (in 125 e in Moto2 ndr) e nemmeno questa volta andavo male: in gara, quando perdevo all&rsquo;inizio, facevo delle manovre che non mi aiutavano in accelerazione&raquo;.&nbsp;  Che tipo di manovre?  &laquo;In questi ultimi due anni ho lavorato molto per riuscire ad alzare la moto il prima possibile in uscita di curva (&egrave; la guida moderna) e diciamo che ho esagerato: sono passato dall&rsquo;altra parte, la rialzo troppo in fretta. A Motegi pativo molto l&rsquo;impennata della moto in accelerazione. Il mio team mi ha aiutato a capire il problema e gi&agrave; in Australia si vedeva un miglioramento: quella manovra, la facevo un po&rsquo; meglio&raquo;.&nbsp;  Quindi sei in evoluzione.  &laquo;Ho imparato anche a frenare meglio, rispetto al 2013: spesso &ldquo;prendevo&rdquo; i freni e poi li lasciavo, poi li &ldquo;riprendevo&rdquo;... E facendo cos&igrave; perdevo qualcosa. Quando abbiamo capito dove sbagliavo, in un paio di prove ho rimediato: vuol dire che imparo in fretta&raquo;.&nbsp;  Questa dote ti servir&agrave;, perch&eacute; dal 2015 ti verr&agrave; chiesto di viaggiare ad un ritmo pi&ugrave; alto. Con obiettivi ancora pi&ugrave; alti.  &laquo;Mi sento di poter stare con i primi, se tutto &egrave; a posto. E penso che in Australia avrei anche potuto dimostrarlo, ma ho sbagliato nella prima curva e mi sono toccato con Crutchlow; poi per provare a superare, per recuperare in fretta, mi sono toccato con Bradl; e poi ho toccato Pedrosa: ma in questo caso non &egrave; entrata la prima, in scalata. Ero indietro, cio&egrave; dove non dovevo essere: sarei dovuto essere pi&ugrave; avanti, perch&eacute; il mio ritmo era un altro. Ma in MotoGP quando ti trovi cos&igrave; indietro al via, poi succedono queste cose&raquo;.&nbsp;  Ora devi riscattare anche il GP Malesia, che non hai corso.&nbsp;  &laquo;Ho preferito non correre, e credo sia stato meglio cos&igrave;. Se non sei a posto fisicamente, rischi di pi&ugrave;. Quando serve si pu&ograve; rischiare, ma questa volta non c&rsquo;era alcuna utilit&agrave;. Quando non riesci a controllare al cento per cento una moto del genere, bisogna stare fermi e pensare a recuperare nel modo migliore possibile, il prima possibile. A Valencia arriver&ograve; in condizioni un po&rsquo; migliori, rispetto a come ero messo in Malesia, e credo che faremo una buona gara: sia per me che per il mio team. Lo scorso anno nei test non siamo andati male, quindi sono positivo. Voglio fare l&rsquo;ultima gara dell&rsquo;anno nel migliore modo possibile, anche perch&eacute; poi il giorno dopo inizia il mio nuovo anno e voglio preparare bene il 2015, lavorando bene sin dal primo giorno&raquo;.&nbsp;  Questa s&igrave; che &egrave; motivazione.  &laquo;Davanti a me ho due anni di tempo per dimostrare quello che valgo. Io e i miei uomini di fiducia dobbiamo dare il meglio di noi stessi per non sprecare questa occasione, perch&eacute; &egrave; importantissima&raquo;.&nbsp;  Enrico Borghi&nbsp;

&ldquo;Il prossimo anno sar&agrave; importante. E poi quello successivo. Ho ben chiaro in testa dove voglio arrivare&rdquo;

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