Tecnica: Gilera 500, la Regina degli anni Cinquanta

Tecnica: Gilera 500, la Regina degli anni Cinquanta

Progettata da Pietro Remor nel 1947, debuttò l'anno seguente, dominando il decennio successivo con ben sei titoli

09.05.2022 ( Aggiornata il 09.05.2022 18:48 )

Elevato rapporto di compressione


Questo angolo era stato scelto perché consentiva di installare valvole molto grandi in relazione all’alesaggio e permetteva all’aria di raggiungere agevolmente la parte centrale della testa. Poiché il rapporto di compressione era elevato (cosa indispensabile per raggiungere alte potenze) le camere di combustione avevano però una forma a scorza d’arancia, dovuta alla forte bombatura dei pistoni. Le candele non si affacciavano direttamente nelle camere (tra i funghi valvola non c’era spazio) ma comunicavano con esse attraverso piccole aperture. Questo rendeva necessario un anticipo di accensione di oltre 60°. Le teste sperimentali con candele inclinate direttamente esposte ai gas richiedevano un anticipo di 5–10° minore ma risultavano più critiche in fatto di resistenza alla detonazione.

Gli eccentrici dei due alberi a camme, azionati da una cascata di ingranaggi collocata centralmente, agivano su punterie a bicchiere di rilevante diametro, con grosse pastiglie calibrate per la regolazione del gioco. La testa, il blocco dei cilindri e la parte superiore del basamento erano costituiti da un’unica fusione in una le ga di alluminio contenente il 3% di rame e minori quantità di ferro, magnesio e nickel (Duralite). L’adozione di questa soluzione tecnica diede però notevoli problemi. Si trattava di un pezzo di notevole complessità geometrica e i difetti di fusione erano tutt’altro che rari. Proprio l’insistenza del progettista nel voler impiegare questo schema “monoblocco” fu una delle cause di attrito con Giuseppe Gilera e uno dei motivi del passaggio di Remor alla MV Agusta, alla fine del 1949.

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