Grande successo per il Motorcycle Live di Birmingham, l&#39;evento facente parte dell&#39;expo dedicato al mondo delle due ruote tenutosi dal 18 al 26 novembre, che ha omaggiato e celebrato i campioni del mondo britannici del motorsport. L&rsquo;intera giornata di Sabato 25 Novembre &egrave; stata dedicata alla celebrazione dei piloti che hanno raccontato al pubblico presente la propria storia ed il proprio percorso per arrivare alla conquista del campionato del mondo, svelando inediti episodi della propria carriera. Sul palco ha sfilato una rappresentanza di piloti che dal 1979 ad oggi ha complessivamente totalizzato circa sessantacinque titoli mondiali nelle diverse discipline: Road Racing, Enduro, Trial, Cross, Sidecar, Endurance.  Gli illustri nomi del panorama motociclistico britannico, presenti al Motorcycle Live di Birmingham, sono stati: Jonathan Rea (WSBK), Carl Fogarty (WSK), Emma Bristow (Trial), David Knight (Enduro), Jane Daniels (Woman Enduro), Brian Morrison (Endurance), Glen English (Classic Series), Tom Sykes (WSBK), Ron Haslam (Road Racing), Brian Reid (Road Racing), James Toseland (WSBK), Ben and Tom Birchall (Sidecar), Dave Thorpe (MX), Steve Webster (Sidercar), Dougie Lampkin (Trial), James Ellison (Endurance).  MotoGP, le novit&agrave; tecniche dei test di Valencia  Sale l&#39;attesa per il gran finale di Liverpool del 2 dicembre  James Whitman e Steve Parrish,&nbsp;ex piloti ed ora affermati giornalisti, hanno animato i sei talk della giornata, ripercorrendo carriere dei campioni presenti e raccontando i rispettivi titoli mondiali. Tim Lightfoot, neo Chairman ACU (Auto Cyle Union) e Matthew Wear,&nbsp;Segretario Generale ACU, hanno dato il benvenuto ai campioni, insieme alla Federazione Internazionale Motociclistica, rappresentata dal vice-direttore generale&nbsp;Damiano Zamana. L&rsquo;evento, ospitato dal&nbsp;Motorcycle Live, fa parte del Ride to FIM Awards, il percorso che giunger&agrave; a termine il 2 Dicembre, a Liverpool, in occasione degli Awards 2023, che celebreranno gli oltre cinquanta campioni del mondo di tutte le discipline motociclistiche che si disputano sotto l&rsquo;egida della FIM. Sar&agrave; possibile seguire la cerimonia live, dalle 23.00 su FIM moto.tv  Dal Motorcycle Live, inoltre, sono partiti i piloti del&nbsp;Maudes Trophy Challenge, un riconoscimento istituito nel 1923 da George Petty, proprietario del Maudes Motor Mart di Londra, che promosse una sfida di durata per testare l&rsquo;affidabilit&agrave; delle moto su un percorso di oltre 1000 miglia in Gran Bretagna. ACU, che da sempre &egrave; deputata alla verifica della correttezza della sfida, conserva da 100 anni il prezioso trofeo. Zero Motorcycle ha accettato la sfida:&nbsp;Craig Carey-Clinch&nbsp;(Executive Director of&nbsp;National Motorcyclists Council)&nbsp;e&nbsp;Curt Langan&nbsp;(Zero Motorcycle)&nbsp;percorreranno circa 1250 miglia in sella ad una Zero DSRX in soli tre giorni, sino a sabato 2 Dicembre, quando arriveranno a Liverpool in occasione dell&rsquo;apertura della sessione di autografi dei campioni del mondo.&nbsp;    Quarto ma protagonista dei test MotoGP: Marquez incanta a Valencia 

Bagno di folla per i campioni del mondo britannici al Motorcycle Live di Birmingham, l&rsquo;expo dedicata alle due ruote che si &egrave; tenuta dal 18 al 26 novembre

FIM Awards: successo a Birmingham, in attesa del gran finale di Liverpool

Il basket &egrave; il terzo sport pi&ugrave; seguito al mondo, dietro solo a calcio e cricket, si stima che gli appassionati della palla a spicchi siano quasi 2,5 miliardi in tutto il mondo. Tra questi, e non potrebbe essere altrimenti, anche grandi campioni di altri sport come Gianmarco Tamberi campione olimpico, mondiale ed europeo di salto in alto ed diversi piloti del motomondiale.  MOTOGP, INDIA FA RIMA CON DUBBI: MANCA L&#39;OMOLOGAZIONE, PREOCCUPANO ALCUNI PUNTI  Piloti ispirati dalle stelle NBA  La National Basketball Association, o meglio nota come NBA, &egrave; una delle leghe pi&ugrave; riconoscibili e prestigiose al mondo, non solo quando si parla di basket. Sono tantissime dalle stelle di Hollywood, agli atleti di altri sport che seguono la lega fondata a New York il 6 giugno 1946. Tra questi ovviamente anche diversi piloti che attualmente corrono nel motomondiale tra cui Francesco Bagnaia (che gi&agrave; lo scorso anno proprio a Misano utilizz&ograve; un casco speciale dedicato a Dennis Rodman), Marco Bezzecchi e Jorge Martin. I tre in occasione dell&rsquo;International Literacy Day (giornata internazionale dell&rsquo;alfabetizzazione) hanno raccontato quali sono i libri che pi&ugrave; sono stati d&rsquo;ispirazione per loro ed ovviamente sono tre libri strettamente legati alla NBA.  Gioca sul sicuro, Marco Bezzecchi: &ldquo;Ho letto la biografia di Michael Jordan, &egrave; bello leggere la sua storia&rdquo;, una storia quella di &ldquo;His Airness&rdquo; che si &egrave; legata a partire dal 1984 a quella del protagonista del libro preferito del campione del mondo MotoGP 2022 Francesco Bagnaia: &ldquo;L&rsquo;arte di vincere di Phil Knight, il fondatore di Nike. &Egrave; uno dei libri che pi&ugrave; mi ha ispirato perch&eacute; racconta lo sforzo che ha fatto per far diventare Nike il brand che &egrave; oggi ed &egrave; incredibile&rdquo;. &Egrave; invece un libro di un altro atleta che ha legato la propria carriera al marchio che deve il nome alla dea greca della vittoria quello che ha ispirato lo spagnolo Jorge Martin: &ldquo;Ho letto &ldquo;The Mamba Mentality&rdquo; di Kobe Bryant, e mi ha davvero ispirato perch&eacute; c&rsquo;&egrave; tutta la dedizione al lavoro duro, l&rsquo;ossessione che aveva per il successo. Era da pazzi pensare di passare tutte quelle ore ad allenarsi per diventare uno dei pi&ugrave; grandi atleti dello sport&rdquo;.    La Pecco e Valentino ospiti dell&rsquo;Italbasket  Andando indietro allo scorso autunno, a met&agrave; novembre in occasione della partita di qualificazione ai mondiali di basket tra Italia e Spagna, Valentino Rossi e Francesco Bagnaia erano stati accolti da una grande ovazione. Insieme a loro anche Gianmarco Tamberi, anche lui grande appassionato di basket e legato anche alle due ruote.    Da &ldquo;The Doctor&rdquo; a &ldquo;Doctor J&rdquo;  Anche Valentino &egrave; un grande appassionato di basket e pi&ugrave; volte &egrave; stato a Pesaro a vedere la squadra della sua citt&agrave; natale, inoltre, storico fu l&rsquo;incontro a Valencia nel 2004 tra lui e Michael Jordan che aveva pochi mesi prima appeso le scarpe al chiodo per la terze e definitiva volta in carriera. In quel momento MJ e Valentino Rossi, rappresentavano l&rsquo;apice del proprio sport, due sportivi che probabilmente erano e sono, pi&ugrave; famosi del campionato a cui hanno partecipato.    Tornando ai giorni nostri invece, pochi giorni prima del GP di Misano, Valentino Rossi sui social ha postato una sua foto a tavola sul mare con la &ldquo;jeresy&rdquo; vintage dei Philadelphia 76ers di Julius Erving, o come venne soprannominato nel corso della sua carriera: Doctor J.   

Secondo Bill Russell compianta leggenda della palla a spicchi: &ldquo;il basket &egrave; l&rsquo;unico sport che tende al cielo&rdquo; forse anche per questo &egrave; tanto amato anche dai campioni del motomondiale

I piloti MotoGP ispirati dalle stelle della NBA

        Jane Daniels has always been an 'endurista'. She grew up with motorcycles, having inherited the passion from dad Andy and mum Karen. But, with her Fantic XEF 250 4T, Jane is able to do things that the typical Sunday enduro rider could only imagine. As we get to know the 2022 world champion in the women&rsquo;s class, we realise that Daniels is still the same as she&rsquo;s always been. &nbsp; A successful career   After an initial foray into the European championship, Daniels soon moved on to the 2012 Women&rsquo;s world championship, where she immediately reached the top ten, finishing eighth. She was championship runner-up in 2013, 2014 and 2015, beaten only by &lsquo;shark&rsquo; Laia Sanz. In 2016 she placed third, behind Laia Sanz and German Maria Franke. In 2017 she finished second to Maria Franke. In 2018 she fractured her collarbone on day one of the only Women&rsquo;s GP in Rudersdorf, Germany but made up for this bad luck in both 2019 and 2020, when she won two consecutive world titles with the Husqvarna FE 250 4T. 2021 saw her move to Fantic, where she finished third behind Sanz, who was crowned women&rsquo;s champion for the sixth time. But in 2022 Jane had no rivals, winning all eight days of racing making up the four Women&rsquo;s GP events.   The &lsquo;champion next door&rsquo;  And that&rsquo;s not all as, out of a total of 62 specials, she won 51 and finished second in 7, third in 3 and fourth in 1. Despite this, Jane remains exactly the same person she's always been, with her disarming smile, good manners, and reserved character. The &lsquo;champion next door&rsquo; who has never lost touch with reality or the values with which she was raised, despite significant success and fame. How did you get into enduro? &ldquo;When I was two, my parents bought me a small Suzuki LT 50 quad and I had fun riding that in the fields behind our house. Then my brother Gary started racing enduro in 2005. When I was ten, I started too, first with the mini-enduro, then in the European Championship in 2011, and in the Worlds in 2012&rdquo;. So a family well used to the MX tracks. &ldquo;I&rsquo;ve always loved off-road racing because the smell of the exhausts behind the start gate is something that&rsquo;s inside me.&rdquo; &nbsp; "My idol? David Knight"  Do you have an idol? &ldquo;Like many riders my age, my idol was David Knight. When I started racing, it was incredible to find myself moving in the same circles&rdquo;. How do you juggle your everyday commitments and your racing? &ldquo;I work part-time, three days a week, in a bike shop. Then I spend the other four days training, riding my bike or bicycle, jogging and in the gym, where I go three evenings a week. I&rsquo;m lucky with work because the owner is an enduro fan and allows me to have unpaid days off to compete in races.&rdquo; You&rsquo;ve continued to grow professionally since 2012. &ldquo;Many things have changed since 2012 and, although I&rsquo;ve never been a professional racer, I&rsquo;ve always worked on my development. It&rsquo;s a passion and I&rsquo;m not paid by anyone because it remains a hobby, albeit quite an expensive one.&rdquo; Why did you move to Fantic in 2021 after winning the 2019 and 2020 titles with Husqvarna? &ldquo;The British Fantic importer offered me support for the bike, something I&rsquo;ve never received from Husqvarna&rdquo;.   Race season preparation  You dominated every day of racing in 2022. How did you prepare for the season? &ldquo;I trained a lot ahead of the season and worked on some details to improve my feeling with the Fantic during winter and spring tests. And then I prepared physically, to be fast in every kind of special&rdquo;. Who were your main rivals for the title? &ldquo;Spanish rider Mireia Badia, who finished second in 2021, just one point ahead of me. I was sorry Sanz was unable to compete in 2022 because I&rsquo;d have liked to measure myself against her, as I definitely improved compared to 2021. All four GPs went really well and I was able to stay focused all the way through.&rdquo; What does it take to stand out in the Women&rsquo;s World Championship? &ldquo;You need to really want it and be prepared to make sacrifices to achieve your goals. You need to be passionate and train hard. It&rsquo;s not easy with the travelling and time spent in the garage preparing your bike. But now, after winning my third world title, I&rsquo;ll relax for a month&rdquo;. Are you surprised you won the title relatively easily? Or was it harded than you expected? &ldquo;I was surprised I won every round because I knew Badia would be strong. I just did my best&rdquo;. &nbsp;  "I&rsquo;ve seen no changes in the last ten years, the girls race alone"  You were there when the promoter was ABC and now, since 2022, we have Portuguese promoter Prime Stadium. How do you see EnduroGP developing? &ldquo;In the women&rsquo;s world championship I&rsquo;ve seen no changes in the last ten years unfortunately. If you look at our class, almost all the girls race unsupported. We are there out of passion, none of us paid. I hope that, in the future, either the manufacturers, the promoter or FIM might put up a special prize for the women&rsquo;s class, to encourage girls to compete in the world championship.&rdquo; What needs to be done, media-wise, to better promote enduro? &ldquo;There needs to be TV coverage - we had 30 minutes of coverage for one race on British TV and viewing figures were high. Social media is becoming increasingly important, but I believe better TV coverage is essential&rdquo;. Why has British enduro enjoyed such success in recent years? &ldquo;I honestly don&rsquo;t know seeing as we have few tracks at which to train, and unfavourable weather conditions compared to European countries. It&rsquo;s probably down to the mentality of riders like Holcombe, Freeman, Watson, Etchells, and the McCanney and Wootton brothers, who embodied the spirit of sacrifice.&rdquo; As for the Six Days, Great Britain won both the women&rsquo;s trophy and world trophy. &ldquo;Me, Rosie Rowett and Nieve Holmes went to France to do our best in every test, avoiding mistakes, injuries and mechanical problems and racing well each day. The technical specials and specials on grass suit the English riders and it was amazing to win the men&rsquo;s and women&rsquo;s trophies&rdquo;. Do you feel stronger competing in Cross Tests, Enduro Tests or Extreme Tests? &ldquo;I feel more competitive in Enduro Tests, while Cross Tests have always something of a weak point. I like Extreme Tests too as, despite the challenging obstacles, I&rsquo;m able to exploit my build and leg length compared to the other girls&rdquo;. &nbsp; Daniels&rsquo; next goals  Will your future be more two stroke or four stroke? &ldquo;Since leaving the two strokes to move to the four strokes in 2015, there&rsquo;s no question &ndash; the four strokes have it&rdquo;. To whom did you dedicate your third Women&rsquo;s world title? &ldquo;To everyone who supports me, particularly my family, sponsors and friends&rdquo;. Who&rsquo;s your favourite enduro rider? &ldquo;Steve Holcombe. I&rsquo;ve known him a long time and remember when he raced with the 85cc &ndash; he was fast even then. Steve&rsquo;s stayed exactly the same, so helpful, sunny, cheerful, and humble in every situation.&rdquo; You&rsquo;ll turn 29 on 11 February 2023 &ndash; what are your next enduro goals? &ldquo;The last ten years have gone so fast that I don&rsquo;t want to limit myself. I&rsquo;d like to continue racing enduro and win more world titles but also try other things, like the Dakar, if the opportunity were to arise&rdquo;.       

There&rsquo;s no doubt about it - Jane Daniels is one of us, an endurista with a capital &ldquo;E&rdquo;

Jane Daniels, Women’s World Enduro Champion: one of us

        Jane Daniels &egrave; sempre stata una ENDURISTA! Cresciuta con la passione per le moto trasmessa da pap&agrave; Andy e mamma Karen. Ovviamente, Jane, con la sua Fantic XEF 250 4T &egrave; capace di imprese che gli umani dell&rsquo;enduro della domenica farebbero fatica ad immaginare. Ecco perch&eacute; scoprire insieme chi &egrave; la neo campionessa mondiale della classe Women 2022 ci fa conoscere meglio che la Daniels &egrave; quella di sempre. Una carriera ricca di successi   Da quando ha iniziato timidamente a correre prima nel Campionato Europeo, per debuttare subito nel 2012 nel Mondiale Women centrando subito la top ten con l&rsquo;ottava posizione. Nel 2013-2014-2015 &egrave; vice Campione del Mondo solo dietro lo &ldquo;squalo&rdquo; Laia Sanz. Nel 2016 termina &egrave; terza ancora dietro Laia Sanz e la tedesca Maria Franke. Nel 2017 &egrave; seconda preceduta da Maria Franke. Nel 2018 si frattura una clavicola nella prima giornata dell&rsquo;unico GP del Mondiale Women in Germania a Rudersdorf, riscattandosi dalla sfortuna nel 2019-2020 vincendo consecutivamente due titoli iridati con l&rsquo;Husqvarna FE 250 4T. Nel 2021 passa alla Fantic finendo terza dietro la Sanz per la sesta volta iridata Women. Jane, nel 2022 non avuto rivali vincendo tutte le otto giornate di gara dei quattro GP Women.  La campionessa della porta accanto  Aggiungiamo che nel totale delle 62 speciali disputate ha vinto 51 prove, 7 volte &egrave; stata seconda, 3 terza, 1 quarta. Nel confronto Mireia Badia finita seconda, si &egrave; imposta in 6 speciali, finendo 38 seconda e 11 terza. Jane anche nel 2022 &egrave; rimasta esattamente come la vedi accompagnata da un sorriso disarmante, modi educati, semplice e riservata. La campionessa di tutti e della porta accanto, a cui successo e fama non hanno affatto per nulla perdere il contatto con la realt&agrave; e i valori con cui &egrave; cresciuta. Come ti sei avvicinata all'enduro?&ldquo;Quando avevo due anni i miei genitori mi hanno regalato un piccolo quad Suzuki LT 50 col quale mi divertivo a guidare nei prati dietro casa. Poi mio fratello Gary nel 2005 ha iniziato a correre nell&rsquo;enduro e da l&igrave;, quando avevo 10 anni ho cominciato anch&rsquo;io con il minienduro fino a debuttare nel 2011 nel Campionato Europeo e nel 2012 nel Mondiale&rdquo;. Insomma una famiglia abituata a frequentare le piste di cross.&ldquo;Ho sempre amato le corse di fuoristrada perch&eacute; il profumo degli scarichi delle moto dietro il cancelletto di partenza &egrave; qualcosa che &egrave; sempre in me&rdquo;.  "Il mio idolo? David Knight"  Hai un idolo nei tuoi sogni?&ldquo;Il mio idolo, come molti giovani della mia et&agrave;, &egrave; stato David Knight. Il migliore e quando ho iniziato a correre ed &egrave; stato emozionante trovarmelo vicino&rdquo;. Come riesci a organizzare i tuoi impegni di vita quotidiana con quelli dell'enduro?&ldquo;Ho un lavoro part-time di tre giorni la settimana in un negozio di bici. Gli altri quattro giorni li dedico agli allenamenti in moto, bici, footing e per tre sere a settimana mi alleno anche in palestra. Sono fortunata con il lavoro perch&eacute; la propriet&agrave; &egrave; appassionata di enduro mi permetti di avere giorni liberi non retribuiti per partecipare alle gare&rdquo;. Dal 2012 hai dimostrato una continua crescita professionale.&ldquo;Dal 2012 sono cambiate molto cose anche se non sono mai stata un pilota professionista ma ho sempre lavorato per crescere. Lo faccio per passione e non sono pagata da nessuno perch&eacute; per me resta un hobby anche se un po&rsquo; costoso&rdquo;. Come mai dopo i due titoli iridati 2019-2020 con l'Husqvarna nel 2021 sei passata alla Fantic?&ldquo;L&rsquo;importatore inglese di Fantic mi ha dato un supporto per la moto, cosa che da Husqvarna non ho mai ricevuto&rdquo;.  La sua preparazione per la stagione  Nel 2022 ha dominato ogni giornata di gara del Mondiale. Come ti sei preparata per affrontare la stagione?&ldquo;Mi sono allenata molto per affrontare il 2022 con pi&ugrave; test con la mia Fantic in inverno e primavera adattando alcuni particolari per migliorare il feeling. Mi sono preparata anche fisicamente per essere pi&ugrave; veloce in ogni tipologia di speciale&rdquo;. Chi sono state le tue maggiori avversarie nella corsa al titolo iridato?&ldquo;Soprattutto la spagnola Mireia Badia che nel 2021 era finita seconda precedendomi di 1 punto. Mi &egrave; spiaciuto che la Sanz non sia stata in grado di competere nel 2022 perch&eacute; mi sarebbe piaciuto confrontarmi con lei perch&eacute; sono sicuramente migliorata rispetto al 2021. Tutti i 4 GP sono andati molto bene rimanendo concentrata al massimo fino all&rsquo;ultimo&rdquo;. Cosa deve avere una donna per emergere nel Mondiale Women?&ldquo;Devi avere tanta volont&agrave; e fare sacrifici per raggiungere i tuoi obiettivi. Devi avere passione e allenarti molto. Non &egrave; facile tra viaggi, ore passate in garage a preparare la tua moto. Ora per&ograve; dopo la vittoria del mio terzo mondiale mi rilasser&ograve; un mese&rdquo;. Non ti spaventa il fatto di avere vinto il titolo con una discreta facilit&agrave;? Oppure &egrave; stata pi&ugrave; dura del previsto?&ldquo;Sono rimasta sorpresa di aver vinto ogni round perch&eacute; sapevo che la Badia sarebbe stata veloce. Ho solo fatto del mio meglio rispetto al 2021&rdquo;.  "Non ho visto cambiamenti negli ultimi dieci anni, le ragazze corrono da sole"  Hai vissuto l'epoca del promoter ABC e nel 2022 il debutto del portoghese Prime Stadium. Come vedi il futuro della EnduroGP? &ldquo;Nel Mondiale Women non ho purtroppo visto cambiamenti in questi ultimi dieci anni. Se guardi la nostra classe praticamente tutte le ragazze corrono da sole. Siamo tutte l&igrave; per passione, in quanto nessuna &egrave; pagata. Spero che in futuro la Case, il Promoter o la FIM mettano in palio un premio speciale per la classe Women che incoraggi le ragazze a partecipare al Mondiale&rdquo;. Cosa manca mediaticamente all&rsquo;enduro per farsi conoscere meglio?&ldquo;Ci deve essere una copertura in TV, sulla TV britannica abbiamo avuto 30 minuti per un GP con un enorme successo di riscontri. I social media stanno diventando sempre pi&ugrave; importanti, ma credo che una maggiore copertura TV sia fondamentale&rdquo;. Perch&eacute; l'enduro Made in England ha vinto cos&igrave; tanto negli ultimi anni?&ldquo;Onestamente non lo so visto che abbiamo poche piste per allenarci, condizioni meteo non certo favorevoli come nei paesi mediterranei. Probabilmente &egrave; stata mentalit&agrave; di piloti come Holcombe, Freeman, Watson, Etchells, dei fratelli McCanney e Wootton che hanno concretizzato il loro spirito di sacrifico&rdquo;.Capitolo Sei Giorni: la Gran Bretagna ha vinto sia il Trofeo Women, sia il Trofeo Mondiale. &ldquo;Io Rosie Rowett, Nieve Holmes siamo andate in Francia per guidare al meglio in ogni test, evitare errori, infortuni e problemi meccanici, correndo ogni giorno molto bene. Le speciali su erba e tecniche sono risultate adatte a tutti noi piloti inglesi ed &egrave; stato emozionante vincere i due Trofei Mondiali uomini e donne&rdquo;. Dove ti senti pi&ugrave; forte: Cross Test, Enduro Test, Estreme Test?&ldquo;Mi sento pi&ugrave; competitiva negli Enduro Test, mentre i Cross Test sono sempre stati un po&rsquo; il ??mio punto debole. Anche gli Extreme Test mi piacciono nonostante ostacoli molto impegnativi dove per&ograve; sfrutto al meglio la mia corporatura e la lunghezza delle gambe rispetto a altre ragazze&rdquo;.  Gli obiettivi di Daniels per il futuro non hanno limiti  Meglio il 2T o il 4T nel tuo futuro?&ldquo;Da quando dal 2015 ho lasciato le 2T per passare alle 4T non ho dubbi: meglio il 4T&rdquo;. A chi hai dedicato la vittoria del tuo terzo titolo mondiale Women?&ldquo;A tutti coloro che mi aiutano, soprattutto la mia famiglia, sponsor e amici&rdquo;. Chi &egrave; il tuo pilota preferito nell&rsquo;enduro?&ldquo;Steve Holcombe. Lo conosco da molti anni e lo ricordo quando correva con l&rsquo;85cc e gi&agrave; allora era velocissimo. Steve, &egrave; rimasto sempre lo stesso; persona disponibile, solare, sorridente, concreta, umile in ogni occasione&rdquo;. L'11 febbraio 2023 compirai 29 anni, quali sono i tuoi prossimi obiettivi nell'enduro?&ldquo;Gli ultimi 10 anni sono passati cos&igrave; velocemente che non mi pongo limiti. Mi piacerebbe continuare a correre nell'enduro, vincere altri titoli mondiali ma anche provare altre esperienze come partecipare alla Dakar, nel caso si presentasse l'occasione&rdquo;.        

Una di noi, o uno di noi? Endurista o Enduristo? Cosa chiederebbe Cristiano Militello di Striscia lo Striscione, a chi tifa per Jane Daniels? Del resto Militello l&rsquo;ha gi&agrave; domandato a tifose e tifosi della Juventus: Juventina o Juventino? O a quelli del Milan: Milanista o Milanisto? Non facciamo giri di parole; Jane Daniels &egrave; una di noi, cio&egrave;, Endurista! E che Endurista; con la &ldquo;E Maiuscola&rdquo;.

Jane Daniels, campionessa mondiale Enduro Women: una di noi

        &Egrave; mancato oggi, 28 gennaio, Filippo Lamotte, noto team manager della squadra Ufo Yamaha, vincitrice di quattro titoli mondiali enduro nel primo decennio del nuovo millennio. Non ancora sessantenne, ligure di Sarzana, Filippo Lamotte, conosciuto come "Pippo Moto", ha guidato il Team Ufo Yamaha di Vito Consoloni, guidando alla conquista del titolo iridato Stephane Peterhansel nel 2001 nella 250 2T, Peter Bergvall nel 2002 e 2003 nella 250 4T, Jonny Aubert nel 2008 nella E2, sfiorando inoltre altri titoli sempre con Bergvall, Aubert, Mario Rinaldi, David Knight.  Dopo l'abbandono delle gare del Team Ufo di Vito Consoloni, Lamotte era sempre rimasto legato alla Ufo come tecnico nello sviluppo di nuovi prodotti di grande successo. All'inizio del 2021 non si era sentito bene iniziando a lottare contro un male che ce lo ha purtroppo portato via nonostante la sua grande forza come fosse sempre stato impegnato da endurista in una difficile prova speciale. Tutti noi di Motosprint, porgiamo le pi&ugrave; sentite condoglianze alla sua famiglia e ai tanti appassionati di enduro suoi amici.       

Giornata triste per il mondo dell'Enduro, che piange la scomparsa del manager ligure, che ha guidato la squadra di Vito Consoloni alla conquista di quattro titoli iridati

Ci ha lasciati Filippo Lamotte, Team Manager Ufo Yamaha

        It was the unofficial reigning class of the 90s. The jumps at the Salzburgring, the pushing and shoving at the Nurburgring. The years of the last gasp battle at the &ldquo;Motodrom&rdquo; of Hockenheim. Of Luca Cadalora, Loris Reggiani and Pierfrancesco Chili, followed by Biaggi, Capirossi, Romboni. And then Rossi... This was the 250 class, a hotbed of Italian talent, where the wins were punctuated by some all-out clashes on the bikes. Period of real rivalry, on and off track   1994 was a year of strong hearts, one that would go down in history also for the &ldquo;black&rdquo; Aprilia&rsquo;s title win at the hands of Massimiliano Biaggi. A race to victory characterised by a rivalry between Biaggi, Loris Capirossi and Doriano Romboni, which often saw the riders on the verge of clashing. Like that time in the German GP. All in three turns   The last lap. On entry to the Motodrom, the last, twisting section of the fast Hockenheim circuit, the trio were still very close but also aware that the race might well finish in that order. Each knew the other&rsquo;s moves. Too crafty, too careful, the three &ldquo;phenomenons&rdquo; (as Motosprint called them at the time) knew that they might pay dearly for any gamble they chose to make. &ldquo;Whoever enters the Motodrom first, basically has the race in their grasp&rdquo;, they&rsquo;d say. Everyone knew that. Loris Capirossi arrived first, having passed Max in braking, and now he looked to be on for the win. One turn later, at &ldquo;Sachs&rdquo;, it was Romboni who got the better of Biaggi, in difficulty with the brakes. The podium positions came down to just two turns, after a race in which the trio had been carefully studying each other. The black knight   But a black knight can sometimes have a nasty surprise in store. The knight was the Italian on the black Aprilia, a rider who had thrown down the gauntlet to his strongest rivals that year. &nbsp;A stubborn gauntlet, often irreverent. He didn&rsquo;t want to lose positions and so, left with no other choice, he improvised. At the first of the two turns leading to the line, he attacked Doriano who was forced to run a little wide to avoid any contact. The move ensured that Biaggi crossed the line second, the Aprilia sandwiched between the two Honda NSRs. It had been an exciting finale, but while &ldquo;Capirex&rdquo; enjoyed his (well-deserved) success, sparks flew between &ldquo;Rombo&rdquo; and the &ldquo;Corsaro&rdquo;. &ldquo;I don&rsquo;t know why he&rsquo;s angry, this is racing, not a classical music concert&rdquo;, exclaimed Massimiliano. Doriano shot back: &ldquo;I hope to repay the courtesy next time&rdquo;. The championship title ultimately went to Biaggi, who handed the Noale manufacturer the first of three consecutive 250 titles. A victory over two rivals who weren&rsquo;t willing to give an inch. An epic year, a year of&hellip; phenomenons. Translated by Heather Watson Brno 1998, Max Biaggi and the wheelie to impress Anna Falchi        

In the mid-90s, the 250 class played a starring role in the world championship thanks to some great Italian riders. An epic three-way battle played out at the German track, Capirossi ultimately winning

Hockenheim 1994, Biaggi to Romboni: “It’s racing, not classical music”

Febbraio&nbsp;&egrave; il mese dell&rsquo;amore ma anche del divertimento: si festeggia San Valentino e si celebra il Carnevale. E a lungo per gli Enduristi febbraio &egrave; stato il mese in cui amore per la moto e piacere di guida si fondevano nell&rsquo;Hell&rsquo;s Gate. La creatura di Fabio Fasola, la cui ultima edizione si &egrave; disputata nel 2018, ha visto la luce il 7 febbraio 2004, ma la sua genesi va fatta risalire alla notte tra il 22 e il 23 settembre 2003. Quel giorno i telegiornali e i siti Internet raccontavano del tifoso del Napoli, morto all&rsquo;ospedale per le ferite rimediate durante il derby di serie B con l&rsquo;Avellino. Fasola inconsciamente and&ograve; nella direzione opposta: una competizione che mettesse sullo stesso piano professionisti e appassionati, tutti uguali di fronte alla fatica, e nella quale il pubblico avrebbe alzato le mani soltanto per aiutare i concorrenti.&nbsp;&nbsp;  Quella notte Fasola ebbe l&rsquo;intuizione: &quot;Volevo una gara come quelle di una volta, quando l&rsquo;Enduro si chiamava Regolarit&agrave; e si praticava sulle mulattiere. Quelle erano gare dure e volevo recuperare quello spirito, riproducendo qualcosa di difficile, che facesse soffrire&quot;. L&rsquo;ispirazione fu la Gilles Lalay Classic, nata nel 1992 per onorare la memoria del transalpino, morto poche settimane prima alla Parigi-Dakar, tre anni dopo averla vinta. Pur autodefinitasi &ldquo;La corsa pi&ugrave; dura al Mondo&rdquo; la Gilles Lalay Classic era democratica: molti riuscivano a finirla, anche se con ritardi enormi.&nbsp;&nbsp;  Fasola&nbsp;ne copi&ograve; alcuni elementi, salvo impreziosirla con una location suggestiva (la tenuta de Il Ciocco, in provincia di Lucca) e con una seconda fase ancora pi&ugrave; tosta, come dichiar&ograve; alla presentazione: &quot;Hell&rsquo;s Gate sar&agrave; una lunghissima giornata di inferno, dall&rsquo;alba alla notte, senza tregua, in un confronto diretto impietoso con gli avversari e contro l&rsquo;esaurirsi delle energie. Al vincitore andr&agrave; un assegno di 8000 euro&quot;. Alla fase eliminatoria della gara, su un tracciato simile a quelli dell&rsquo;Enduro di una volta, Fasola aggiunse una fase finale in linea, dopo pranzo, con partenza in linea, stile Supermotard, su tre giri, i tre gironi dell&rsquo;inferno dantesco. Ciascuno di questi conteneva infatti una serie di passaggi in apparenza insuperabili che hanno fatto la storia.&nbsp;&nbsp;  In primis la Cascata, una discesa verticale di quattro metri su una grata sotto la quale scorre una piccola cascata, su cui negli inverni pi&ugrave; freddi si sono formate delle stalattiti. Poi il Laghetto, una mulattiera non pi&ugrave; larga di un metro e lunga una quindicina di metri con pendenza vertiginosa e terreno sassoso. Quindi il Salamandra Creek, un lungo torrente in piena, viscido e in ombra da percorrere in salita. Infine il Fosso del Fontana, una salita in mezzo a una pineta che ricorda l&rsquo;Est Europa, con due scalini enormi ricoperti di sassi e muschio.&nbsp;&nbsp; &nbsp; Per complicare&nbsp;il tutto, ulteriormente, vennero stabiliti dei distacchi massimi dal pilota in testa, tempi da rispettare per rimanere in corsa. Ostacoli temporali che, con il passare dei giri, falcidiavano il numero dei partecipanti. Questo spiega perch&eacute; in tre edizioni, nel 2010, 2011 e 2014 soltanto in due tagliarono il traguardo. Nel 2004 invece ce la fecero soltanto David Knight, vincitore, Bartosz Oblucky e Mario Rinaldi.&nbsp;&nbsp;  E proprio il finale fu l&rsquo;elemento caratteristico della Hell&rsquo;s Gate. &quot;La gara si chiude con una salita impossibile&nbsp;- raccontava Fasola -&nbsp;una sorta di porta nella nebbia, al freddo, una porta dell&rsquo;inverno. Da l&igrave; l&rsquo;ho traslata in &#39;porta dell&rsquo;inferno&#39;&rdquo;. Cio&egrave; uno strappo di un centinaio di metri, con pendenza fino all&rsquo;80 percento, che porta all&rsquo;Hell&rsquo;s Peak, la fine alla contesa. Raramente i piloti sono arrivati in cima con le proprie forze e per questa ragione, specie negli ultimi tratti, venivano aiutati dal pubblico (sopra): dalla vetta venivano allungate delle cinghie da agganciare alle moto per rimorchiarle in alto. L&rsquo;Hell&rsquo;s Gate ha fatto emergere piloti poi diventati icone dell&rsquo;Enduro estremo e ha regalato agli appassionati attimi che vengono tramandati di generazione in generazione. Altro che scene infernali. 

Hell&rsquo;s Gate &egrave; sinonimo di Enduro estremo: l&rsquo;incredibile trovata di Fasola

Quella (S)volta che: la porta dell&#39;inferno

Max Biaggi di nuovo sella&hellip; al 67&deg; Festival di Sanremo 2017. L&#39;ex campione del mondo della 250 GP e della SBK &egrave; appare nel video della canzone &ldquo;Ora esisti solo tu&rdquo; che Bianca Atzei ha cantato al Festival della canzone italiana, sul palco del teatro Ariston.    UNA MOTO GUZZI SPECIALE -&nbsp;Dato il legame che c&#39;&egrave; tra la Piaggio e Biaggi, nel video non poteva non comparire una Moto Guzzi, il brand pi&ugrave; &ldquo;stiloso&rdquo; del Gruppo. Max, alla fine del video fa salire Bianca Atzei su una Silver Knight, che non &egrave; una moto di serie ma la special su base Moto Guzzi V9 realizzata da OMT Garage. 

L&#39;ex iridato del Motomondiale e della SBK appare nel video della canzone &quot;Ora esisti solo tu&quot;, che Bianca Atzei ha cantato al Festival di Sanremo 2017.

Biaggi in sella a una Moto Guzzi per Bianca Atzei

Taddy Blazusiak &egrave; stato costante per tutta la stagione e nell'ultimo round in Francia, a Cahors, &egrave; stato incoronato campione Mondiale SuperEnduro nella classe Prestige per la sesta volta. Il pilota polacco ha concluso la stagione con un totale di 320 punti ed un vantaggio di ben 42 punti sul suo diretto inseguitore Cody Webb.   Taddy Blazusiak era partito verso la Francia con un buon margine sullo statunitense Cody Webb. Nell&rsquo;ultima tappa del Mondiale SuperEnduro il pilota della KTM Factory doveva solo gestire il suo vantaggio. E con il secondo posto ottenuto nella seconda manche, conquistava gi&agrave; il titolo di campione del mondo .  "Sono un uomo felice" ha detto il sei volte campione del mondo "Questa sera ero proiettato solo sulla conquista del titolo. Sapevo di avere un buon vantaggio rispetto agli altri cos&igrave; ho guidato in modo sicuro e ho evitato di fare troppi errori. E' stata una stagione fantastica e alla fine sono campione del mondo per la sesta volta. E&rsquo; semplicemente incredibile."     Con Blasuziak quasi certo del titolo e il campione endurocross David Knight fuori costretto a dare forfait, la battaglia principale nella notte transalpina era tutta tra Cody Webb e Jonny Walker. In palio la vittoria assoluta a Cahors e la seconda piazza in classifica.  Webb, vincitore della scorsa tappa in Brasile, ha dominato la prima manche confermandosi il pi&ugrave; veloce dopo la SuperPole conquistata precedentemente.  

Nell'ultimo round in Francia, a Cahors, &egrave; stato incoronato campione Mondiale SuperEnduro nella classe Prestige per la sesta volta

SuperEnduro: la conferma di Blazusiak

La tappa del mondiale di enduro a Lumezzane ha portato all'assegnazione di due titoli, con Christophe Nambotin e Pela Renet (nella foto) incoronati rispettivamente campioni del mondo in Enduro 1 Enduro 2. La seconda giornata di gare a del GP d'Italia &egrave; stata caratterizzata dalle piogge torrenziali, dalle quali&nbsp; Nambotin e&nbsp; Renet hanno avuto i migliori risultati. Si &egrave; trovato ben a suo agio anche il nostro Alex Salvini, che ha replicato la vittoria della prima giornata, infilando il secondo successo stagionale.  Nella classe Enduro 3, il leader della classifica iridata Matt Phillips, su KTM, si &egrave; fratturato un piede nel primo giro e al comando &egrave; andato il nostro Oscar Balletti, che ha conquistato la vittoria di giornata. "E' un risultato incredibile per me", ha detto l'italiano della KTM. "E' la mia prima vittoria in assoluto nel mondiale enduro - sono felicissimo". Risultati a sopresa anche per l'ex campione del mondo della classe E3, David Knight, che &egrave; tornato dopo 12 mesi di assenza dal mondiale, e si &egrave; piazzato in una brillante seconda posizione davanti al francese Jeremy Joly. Non &egrave; riuscito, invece, a capitalizzare l'uscita di Phillip il suo rivale nel mondiale, Ivan Cervantes, quinto al traguardo alle spalle di Simone Albergoni.  Nella classe E1, Nambotin non aveva bisogno di lottare per la vittoria per assicurarsi matematicamente il mondiale. Ma il francese ha conquistato anche la vittoria della giornata. "Questo &egrave; un momento molto speciale per me", ha detto il neocampione. "Correre nella E1 &egrave; stata una grossa sfida pe me - &egrave; stata dura, ma ho dato sempre il 100%". Seconda posizione per lo spagnolo Cristobal Guerrero, davanti ad un Thomas Oldrati al suo primo podio della stagione.  Nella  Enduro 2 Alex Salvini ha infilato la seconda vittoria del weekend, suggellando una indimenticabile gara di casa. "E' stato un weekend perfetto", ha detto Salvini. "Le condizioni erano difficili, ma ho mantenuto la concentrazione e ho fatto quello che serviva per vincere. Congratulazioni anche a Pela per aver vinto il titolo, ha fatto una stagione ottima". Seconda posizione per lo spagnolo Lorenzo Santolino, mentre a Pela Renet &egrave; bastato il terzo posto per aggiudicarsi il mondiale. "Non c sono parole per descrivere questo momento", ha detto Renet. "Oggi &egrave; stata dura con la pioggia, ma mi sono concentrato sulla corsa per il titolo. E' il mio secondo mondiale, ed &egrave; fantastico".  Nella Enduro Junior sul gradino pi&ugrave; alto del podio &egrave; salito Daniel McCanney, che ha preceduto Giacomo Redondi e il francese Loic Larrieu.  Lunga pausa ora per il mondiale Enduro, che si concluder&agrave; con il GP di Francia, nel weekend del 13 e 14 settembre. Fiammetta La Guidara

Due titoli assegnati al GP d'Italia di Lumezzane. Alex Salvini sigla la doppietta in E2

Enduro: Nambotin e Renet campioni del mondo

Taddy Blazusiak ha fatto suo per il quinto anno consecutivo il titolo mondiale enduro indoor conquitando la corona iridata nell'ultima prova disputata sabato notte 22 febbraio a Tours, in Francia.  Niente da fare per gli avversari che anche in questa edizione del mondiale indoor non sono mai riusciti a contenere la superiorit&agrave; del pilota polacco della KTM.  Solo David Knight &egrave; riuscito a vincere due delle cinque prova disputate terminando in seconda posizione. A Tours&nbsp;Blazusiak si &egrave; aggiudicato due delle tre Gare del programma, assicurandosi la matematica vittoria del titolo gi&agrave; da Gara 1.&nbsp;Altro grande protagonista della prova francese, &egrave; stato l'inglese Walker (KTM), che ha fatto sua Gara 2 assicurandosi anche il secondo gradino del podio davanti al francese Bellino (Husqvarna).  &nbsp;  FIM SuperEnduro Championship Round 6 of 6 in Tours, France  Event Results:  1. Taddy Blazusiak (POL-KTM); 2. Jonny Walker (GB-KTM); 3. Mathias Bellino (FRA-Husqvarna); 4. Alfredo Gomez SPA-Husqvarna); 5. David Knight (GB- Sherco).  SuperEnduro Championship 2014  1. Blazusiak punti 338; 2. Knight 274; 3. Walker 259; 4. Gomez; 5. Ljunggren.  Prestige Final  1 . Blazusiak; 2. Bellino; 3. Walker; 4. Knight; 5 Daniel Gibert-Gatell (SPA-Gas Gas)  Prestige Final 2  1. Walker; 2. Blazusiak; 3. Gomez; 4. Joakim Ljunggren (SVE-Husqvarna); 5. Gibert-Gatell  Prestige Final 3  1. Blazusiak; 2. Walker; 3. Bellino; , 4. Gomez; 5. Knight  &nbsp;  Dario Agrati

Blazusiak campione del Superenduro

Successo per David Knight nel quarto round del mondiale enduro indoor, corso a Guadalajara, in Messico. Il pilota della Sherco ha bissato il successo ottenuto in Polonia, piegando la resistenza del leader del campionato, un altro "duro" del superenduro, il polacco Taddy Blazusiak. Terzo gradino del podio per l'inglese Jonny Walker. Prossimo appuntamento il 9 febbraio in Spagna, al Palau San Jordi di Barcellona, che ospiter&agrave; anche gli specialisti del trial, per una grande giornata del motociclismo indoor.

Il pilota Sherco si &egrave; imposto nella quarta prova, in Messico 

Superenduro a Knight

Non &egrave; una novit&agrave;, che Taddy Blazusiak sia uno specialista dell'enduro pi&ugrave; duro e dell'indur, quindi non sorprende pi&ugrave; di tanto la sua ennesima affermazione, in quel di Belo Horizonte, in Brasile. Il pilota polacco della KTM ha avuto la meglio sull'inglese David Knight (Sherco) e Alfredo Gomez (Husqvarna), saliti insieme a lui sul podio.

Il pilota polacco, specialista delle gare pi&ugrave; dure, svetta a Belo Horizonte 

Blazusiak in Brasile

Nessuna dichiarazione, n&eacute; ufficiale, n&eacute; ufficiosa. Nessun commento. Nessuna conferma. Bocche cucite. Al momento ci sarebbero solo delle voci sul futuro del Team CH Racing di Roberto e Fabrizio Azzalin.  Potrebbe essere la bomba del mercato enduro per il 2014 perch&eacute; anche all'EICMA Fabrizio Azzalin si &egrave; visto poco aggirarsi all'interno dei vari padiglioni del salone, e chi lo ha incontrato non l'ha visto indossare abbigliamento Husqvarna, al contrario dell'ingegner Thomas Gustavsson, legato in giovent&ugrave; prima nelle vesti di pilota, poi come tecnico alla Husqvarna, successivamente &egrave; stato padre della Husaberg, per ritornare negli ultimi mesi del 2013 nella grande famiglia Husqvarna.  Da CH (dalle sigle; Cagiva-Husqvarna) Racing, non ci sono dunque dichiarazioni ma solo voci che vorrebbero Fabrizio Azzalin impegnato nell'organizzazione di una nuova struttura.  Sempre al "condizionale" 100% alcune voci darebbero Azzalin addirittura vicino alla Sherco con l'appoggio diretto della Casa franco-spagnola di Marc Teissier.  Altri "rumors" vorrebbero Azzalin essere in trattativa con la nuova Husqvarna per divenire team Support per i piloti dei vari importatori. Altre voci, infine, preparare un grande rientro nei rally africani dove il Team Ch Racing guidato Roberto Azzalin (padre di Fabrizio, n.d.r.) &egrave; stato per anni tra i grandissimi protagonisti della Dakar e dei vari rally africani.  Ultima voce sul futuro di Azzalin anche quello di un ipotetico impegno "racing" per conto di HM Moto, quest'ultima ipotesi un po' azzardata, ma pur sempre possibile perch&eacute; in questo modo HM Moto S.p.A. ribadirebbe il proprio impegno nell'offroad dopo l'arrivo di RedMoto che distribuir&agrave; le Honda da fuoristrada in Italia.  Ma Fabrizio Azzalin su quali piloti punterebbe?  Uno potrebbe essere Matti Seistola. Un altro candidato Manuel Monni.  Con la Sherco sono invece gi&agrave; sicuri lo spagnolo Lorenzo Santolino che aveva gi&agrave; firmato un accordo a settembre con la Casa transalpina, come pure i due francesi Jeremy Tarroux (E1) e Fabien Planet (E3).  A questi piloti Sherco, in qualche GP si aggiunger&agrave; sicuramente anche David Knight.  Se il tutto dovesse trovare uno sbocco, sarebbe davvero un bel colpo per la Sherco visto che il Team CH-Racing non &egrave; una semplice squadra che partecipa alle gare o che prepara e fa assistenza alle moto, ma&nbsp; una factory super attrezzata come R&amp;D composta da tecnici di primissimo piano e di enorme esperienza.  Non ci resta che aspettare come si evolver&agrave; la situazione.  &nbsp;

Al momento ci sarebbero solo delle voci sul futuro del Team CH Racing 

Azzalin cosa far&agrave; nel 2014?

Alle spalle di Blazusiak in Gara 1 sono finiti nell'ordine David Knight (Sherco), lo spagnolo Daniel Gibert (Husaberg), l'americano Cody Webb (Beta) e lo spagnolo Alfredo Gomez (Husqvarna).  Gara 2 ha visto Gibert finire secondo, Gomez terzo, l'americano Kyle Redmond (KTM) quarto e Knight quinto.  Dietro a Blazusiak in Gara 3 si sono piazzati Knigh, Johnny Walker (KTM), Joakim Ljunggren (Husqvarna), Gomez e Webb. Nessun pilota italiano era presente nella classe prestige.  Nella classifica di campionato guida Blazusiak con 60 punti seguito da Knight 45, Gibert 41, Gomez 37, Webb 35, Walker 34, Ljunggren 31, Redmond 24, McCanney D. 20, Roman 17, Cervantes 16.  Nella classe Junior si sono divisi il primo gradino del podio con una vittoria ciascuno lo svedese Andreas Linusson (KTM) e l'inglese Jamie McCanney (Husqvarna).  Bene l'italiano Giacomo Redondi (KTM); settimo in Gara 1, nella seconda frazione ha chiuso ottimo secondo alle spalle del vincitore McCanney.  Buona prova anche per Nicol&ograve; Mori (Beta), nono in Gara 1 e settimo in Gara 2.  Nella classifica di campionato McCanney guida con 37 punti, seguito da Linusson con 33 e Redondi con 26 alla pari con il polacco Pawel Szymkomski (KTM).  Tra le donne vittoria della spagnola Laia Sanz (Honda) davanti alle due inglesi Emma Bristow (Sherco) e Jane Daniels (Husqvarna).  Il premio di 1500 Euro per la super pole &egrave; andato a Blazusiak con un tempo di 1'03"386 contro l'1'03"938 di Webb, l'1'04"243 di Johnny Walker (KTM), l'1'04"775 di Knight, l'1'04"922 di Ljunggren (Husqvarna) e l'1'06"522 di McCanney Daniel (KTM).  &nbsp;

Con tre nette vittorie ha fatto sua la prima posizione assoluta nella prova d'apertura del Campionato Mondiale

Blazusiak domina il Superenduro

David Knight &egrave; passato alla Sherco firmando un accordo pluriennale per correre il Mondiale Indoor Enduro e le gare Estreme. La notizia &egrave; ancora da confermare ma lascia poco spazio ad altre interpretazioni; Knight &egrave; infatti apparso in rete in un filmato con vestito con un&rsquo;inequivocabile Sherco.  La Casa francese di Marc Teissier conferma cos&igrave; con l&rsquo;ingaggio del pilota dell&rsquo;Isola di Man le proprie ambizioni nell&rsquo;Enduro.  Dario Agrati

Knight passa alla Sherco

      Con una prova di anticipo sulla fine della stagione, prevista per questo sabato, il campionato ameruicano di motocross ha gi&agrave; i suoi campioni. Ryan Villopoto nella 450 e Eli Tomac in 250.    Lo stato dello Utah porta bene a Villopoto, che in Aprire era diventato campione Supercross a Salt lake City (anche qui con una gara di anticipo sul termine della stagione). Al Miller Motorsport Park, il pilota della kawasaki ha stradominato entrambe le manche e battendo in ambedue le occasioni il campione in carica, Ryan Villopoto.  Al termine delle due gare, Villopoto aveva 50 punti su Dungey, esattamente quanti ne restano in palio. Ma anche se Dungey avesse vinto entrambe le prove dell&rsquo;ultimo appuntamento e Villopoto concluso con due zeri, il titolo sarebbe andato al pilota Kawasaki per via del maggior numero di vittorie.  In 250, Tomac ha concluso con un doppio successo, mentre il suo princvipale sfidante, il tedesco della KTM Ken Roczen, ha concluso quarto e poi terzo.            450 MX        1. Ryan Villopoto (Kawasaki) 1-1  2. Ryan Dungey (KTM) 2-2  3. Trey Canard (Honda) 3-3  4. Weston Peick (Suzuki) 5-5  5. Justin Brayton (Yamaha) 6-7  6. Justin Barcia (Honda) 11-4  7. Jake Weimer (Kawasaki) 8-6  8. Phil Nicoletti (Yamaha) 12-8  9. Matthew Goerke (KTM) 9-11  10. Ben LaMay (Yamaha) 13-10  11. Andrew Short (KTM) 15-9  12. Tyla Rattray (Kawasaki) 4-25  13. Ryan Sipes (Suzuki) 7-26  14. Evgeny Mikhaylov (KTM) 18-12  15. Nicholas Wey (Kawasaki) 17-13  16. Malcolm Stewart (Honda) 10-29  17. Akira Narita (Honda) 23-14  18. Derek Anderson (Kawasaki) 19-16  19. Broc Tickle (Suzuki) 14-32  20. Michael Byrne (KTM) 21-15  21. Zackery Freeberg (Honda) 16-27  22. Austin Howell (Suzuki) 39-17  23. Tucker Hibbert (Honda) 32-18  24. Vann Martin (Kawasaki) 25-19  25. Adam Enticknap (Honda) 28-20  26. Broc Schmelyun (Kawasaki) 20-28  27. Tyler Enticknap (Honda) 40-21 28. Chris Howell (Suzuki) 27-22 29. Colby Sorensen (Suzuki) 30-23 30. Nathen LaPorte (KTM) 31-24  31. Chris Blose (Yamaha) 26-30  32. Dustin Pipes (Suzuki) 29-31  33. Keith Knight (Yamaha) 33-33  34. Joey Peters (Yamaha) 38-34  35. Jake Canada (Yamaha) 22-35  36. Eeli Takatalo (KTM) 24-36  37. Colton Aeck (Yamaha) 35-37  38. Robert Lind (Yamaha) 37-38  39. Chad Reed (Honda) 34-39  40. James Stewart Jr. (Suzuki) 36-40      IN CAMPIONATO    1. Ryan Villopoto 513  2. Ryan Dungey 463  3. Justin Barcia 375  4. Trey Canard 303  5. James Stewart Jr. 289  6. Jake Weimer 244  7. Andrew Short 238  8. Broc Tickle 216  9. Josh Grant 208  10. Mike Alessi 204  11. Phil Nicoletti 184  12. Malcolm Stewart 182  13. Justin Brayton 182  14. Tyla Rattray 169  15. Chad Reed 157  16. Ryan Sipes 132  17. Weston Peick 88  18. Ben LaMay 70  19. Clement Desalle 58  20. Brett Metcalfe 57            250 MX        1. Eli Tomac (Honda) 1-1  2. Blake Baggett (Kawasaki) 2-2  3. Ken Roczen (KTM) 4-3  4. Adam Cianciarulo (Kawasaki) 3-9  5. Justin Bogle (Honda) 9-4  6. Darryn Durham (Kawasaki) 8-5  7. Marvin Musquin (KTM) 5-8  8. Cooper Webb (Yamaha) 7-7  9. Zach Osborne (Honda) 6-10  10. Justin Hill (Kawasaki) 10-14  11. Will Hahn (Honda) 12-13  12. Jeremy Martin (Yamaha) 37-6  13. Jessy Nelson (Honda) 14-15  14. Cole Seely (Honda) 19-12  15. Kyle Cunningham (Yamaha) 36-11  16. Martin Davalos (Kawasaki) 11-37  17. Shane McElrath (Honda) 17-16  18. Alex Martin (Yamaha) 15-19  19. Jason Anderson (Suzuki) 13-28  20. Matthew Bisceglia (Honda) 20-17  21. Michael Leib (Suzuki) 16-36  22. Dakota Tedder (Kawasaki) 22-18  23. Kyle Peters (Honda) 18-32  24. Jacob Baumert (Kawasaki) 21-20  25. Preston Mull (Honda) 33-21  26. William Clason (Honda) 30-22  27. Joseph Dalzell (Kawasaki) 27-23  28. Jason Brooks (Kawasaki) 31-24  29. Sean Hackley, Jr. (KTM) 39-25  30. Eric Senk (Kawasaki) 28-26  31. Ryan Zimmer (Honda) 29-27  32. Zack Williams (Honda) 23-29  33. Brady Kiesel (Honda) 34-30  34. Landen Powell (Honda) 24-31  35. Kellian Rusk (Honda) 26-33  36. Chad Gores (Honda) 32-34  37. Austin Burns (Honda) 25-35 3  8. Trevor Reis (Honda) 35-38  39. Dakota Kessler (Honda) 40-39  40. Brandan Leith (Kawasaki) 38-40      IN CAMPIONATO    1. Eli Tomac 505  2. Ken Roczen 454  3. Marvin Musquin 388  4. Blake Baggett 373  5. Zach Osborne 322  6. Justin Bogle 268  7. Jeremy Martin 264  8. Jason Anderson 256  9. Cooper Webb 217  10. Kyle Cunningham 214  11. Cole Seely 203  12. Justin Hill 196  13. Darryn Durham 157  14. Martin Davalos 146  15. Will Hahn 142  16. Adam Cianciarulo 131  17. Joseph Savatgy 89  18. Blake Wharton 85  19. Alex Martin 82  20. Kyle Peters 53      Segui @motosprint    !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=&rdquo;//platform.twitter.com/widgets.js&rdquo;;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,&rdquo;script&rdquo;,&rdquo;twitter-wjs&rdquo;);  

Villopoto e Tomac campioni 

      Alex Salvini ha dominato la trasferta in Portogallo, quarta prova del Mondiale enduro. Ecco la cronaca delle due giornate.        SABATO. Il pilota bolognese del team HM-Honda Zanardo ha dominato dall&rsquo;inizio alla fine la E2 malgrado i continui attacchi dello spagnolo Ivan Cervantes (KTM 350 4T) finito secondo. Terza e quarta in questa classe per i francesi Johnny Aubert (KTM 450 4T) e Pierre Renet (Husaberg 450 4T), scivolati entrambi nel corso della prima speciale in linea sull&rsquo;erba bagnata dalla pioggia. Nona posizione per Oscar Balletti (KTM 350 4T).    Nella E1 vittoria sofferta fino all&rsquo;ultimo per Antoine Meo (KTM 2504T) primo davanti a Juha Salminen (Husqvarna 250 4T) e Eeero Remes (TM 250 4T). Meo &egrave; infatti caduto nella prima speciale in linea rendendosi protagonista di un grande recupero dopo essere ripartito dalla nona posizione.  Ottavo, Thomas Oldrati (Husaberg 250 4T) in difficolt&agrave; sulle speciali molto veloci che hanno favorito gli ex crossisti, mentre Simone Albergoni (HM-Honda 250 4T) ha chiuso undicesimo davanti a Maurizio Micheluz (Suzuki 250 4T).  Vittoria di Christophe Nambotin (KTM 300 2T) nella E3 con Aigar Leok (TM 300 2T) secondo e il portoghese Luis Correia (Beta 300 2T) terzo. Ottimo quarto Manuel Monni (KTM 300 2R) e ottavo Deny Philippaerts (Beta 300 2T).  Nella EJ si &egrave; imposto l&rsquo;australiano Matthew Phillips (Husqvarna 310 4T) con il portoghese Luis Oliveira (Yamaha 250 4T) secondo e lo spagnolo Mario Roman (Husaberg 250 4T) terzo.  Quinta posizione per Giacomo Redondi (KTM 250 4T) attardato proprio all&rsquo;ultima speciale da un&rsquo;infiltrazione d&rsquo;acqua nella cassa filtro. Settimo Rudy Moroni (KTM 125 2T), nono Nicol&ograve; Mori (Beta 400 4T) e undicesimo Gianluca Martini (Beta 300 2T). La 125 2T &ldquo;Under 20&rdquo; ha visto l&rsquo;affermazione dell&rsquo;inglese Jamie McCanney (Husberg). Quarta posizione per Davide Soreca (Yamaha) davanti a Dawid Ciucci (KTM). Nono, Matteo Bresolin (KTM), undicesimo Nicol&ograve; Bruschi (Yamaha) e dodicesimo Nicholas Trainini (Husaberg).      DOMENICA: Salvini si &egrave; ripetuto, facendo nuovamente sua la prima posizione della E2 e la vittoria assoluta, la quinta dall&rsquo;inizio del mondiale dopo le tre centrate a marzo in  Sud America nei GP del Cile e Argentina.  Dietro Salvini nulla da fare per Ivan Cervantes (KTM 350 4T) che ha preceduto nell&rsquo;ordine Pierre Renet (Husaberg 450 4T) e Johnny Aubert (KTM 450 4T). Nella E1 si &egrave; imposto Antoine Meo (KTm 250 4T) davanti al sorprendente ex cronista Antoine Boissiere (Sherco 250 4T).  Gara tutta da incorniciare per Thomas Oldrati (Husaberg 250 4T), quarto a un soffio dal podio dopo essersi giocato la seconda posizione per una caduta nella seconda speciale estrema. Doppietta di Christophe Nambotin (KTM 300 2T) nella E3 con Manuel Monni (KTM 300 2T) ottimo quarto e Deny Philippaerts (Beta 300 2T) sesto.  Nella EJ vittoria di Matthew Phillips (Husqvarna 310 4T). Secondo Giacomo Redondi (KTM 250 4T) protagonista di una prova concreta e positiva. Settimo Rudy Moroni (KTM 125 2T) caduto alla terzultima speciale mentre stava lottando per il podio.  Ottavo Martini (Beta 300 2T), nono Mori (Beta 400 4T),  tredicesimo D&rsquo;Ambrosio (Yamaha 450 4T). Nella 125 2T &ldquo;Under 20&rdquo; prima posizione per Jamie McCanney (Husaberg) con Dawid Ciucci (KTM) terzo e Davide Soreca (Yamaha) quarto. Tra le donne vittoria della Sanz (KTM 350 4T) arrivata in nottata a Torres Vedras dop aver orso gli X Games sabato a Barcellona ed intascato il premi di 20mila Euro per la sua vittoria.            COSI&rsquo; IN CAMPIONATO DOPO 4 GP        E1 - 1. Meo punti 151; 2. Seistola 117; 3. Salminen 116; 3. 4. Remes 105; 5. Oldrati 85; 6. Joly 71; 7. Albergoni 68; 8. Deparrois 65; 9. Guerrero 60; 10. Micheluz 54.  E2 - 1. Salvini punti 149; 2. Cervantes 134; 3. Renet 121; 4. Aubert 116; 5. Guerrero V. 80; 6. Mena 78; 7. Santolino 64; 8. Basset 62; 9. Knight 44; 10. Balletti 42.  E3 - 1. Nambotin punti 150; 2. Ljunggren 116; 3. Leok 115; 4. Correia 102; 5. Monni 97; 6. Philippaerts 68; 7. Kehr 65; 8.  Fortunato 55; 9. Planet 50; 10. Tarkkala 48.  EJ - 1. Phillips punti 143; 2. Redondi 126; 3. Mc Canney 102; 4. Roman 91; 5. Oliveira 89; 6. Larrieu 75; 7. Kvarnstrom, Moroni 72; 9. Mori 66; 10. Edlund 38.  EY - 1. McCanney punti 154; 2. Elowson 110; 3. Herrera 102; 4. Ciucci 84; 5. Bresolin 82; 6. Borjesson 68; 7. Nogueira 67; 8. Trainini 55; 9. Soreca 50; 10. Herrera D. 35.  EW - 1. Gardiner punti 67; 2. Sanz, Daniels 60; 4. Berrez 48; 5. Wilson 43; 6. Rossat 42; 7. Fournel 41; 8. Romero 18; 9. Jardine 17.      Dario Agrati        Segui @motosprint    !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src=&rdquo;//platform.twitter.com/widgets.js&rdquo;;fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,&rdquo;script&rdquo;,&rdquo;twitter-wjs&rdquo;);  

Super Salvini in Portogallo

  Seconda conclusiva giornata del GP di Spagna a Puerto Lumbreras con ancora in grande evidenza Alex Salvini (HM-Honda 450 4T) ed il giovane Giacomo Redondi (KTM 250 4T) entrambi secondi rispettivamente nella classe E2 e EJ.  Particolarmente avvincente &egrave; stata la lotta che ha visto Salvini in lotta fino all'ultima speciale per il secondo gradino del podio con Pierre Renet (Husaberg 450 4T), mentre oggi Ivan Cervantes (KTM 350 4T) &egrave; risultato veramente imprendibile.  Nella E1 &egrave; ritornato alla vittoria Antoinbe Meo (KTM 250 4T) precedendo Eero Remes (TM 250 4T) e Juha Salminen (Husqvarna 250 4T).            Nulla da fare per Simone Albergoni (HM-Honda 250 4T) settimo e Thomas Oldrati (Husaberg 250 4T) nono.  Nella E3 doppietta per Christophe Nambotin (KTm 300 2T) davanti allo svedese Ljunggren (Husaberg 300 2T). Sesto Manuel Monni (KTM 300 2T) dopo la seconda posizione di sabato, mentre Deny Philippaerts (Beta 300 2T) &egrave; finito ottavo. Con Redondi secondo, la EJ ha visto l'affermazione dell'australiano Phillips (Husqvarna 310 4T).  Nella EY doppietta per l'inglese McCanney (Husaberg) con Dawid Ciucci (KTM) ottimo terzo davanti a Davide Soraca (Yamaha) e Matteo Bresolin (KTM).  COSI' IN CAMPIONATO DOPO TRE GP  E1 - 1. Meo punti 111; 2. Salminen 90; 3. Seistola 89; 4. Remes 79; 5. Oldrati 64; 6. Albergoni 58; 7. Joly 56; 8. Deparrois 52; 9. Guerrero 43; 10. Boissiere 41; 11. Micheluz 33.  E2 - 1. Salvini punti 109; 2. Cervantes 100; 3. Renet 93; 4. Aubert 88; 5. Guerrero V., Mena 58; 7. Basset, Santolino 46; 9. Knight 44; 10. Balletti 35.  E3 - 1. Nambotin punti 110; 2. Ljunggren 97; 3. Leok 87; 4. Correia 72; 5. Monni 71; 6. Kehr 53; 7. Philippaerts 50; 8. Fortunato 40; 9. Planet, Thain 39.  EJ - 1. Phillips punti 103; 2. Redondi 98; 3. Mc Canney 86; 4. Roman 65; 5. Kvarnstrom 62; 6. Oliveira 59; 7. Moroni 54; 8. Mori 52; 9. Larrieu 47.  EY - 1. McCanney punti 114; 2. Herrera 95; 3. Elowson 76; 4. Bresolin 65; 5. Ciucci 58; 6. Borjesson 55; 7. Nogoeira 49; 8. Trainini 45.  EW - 1. Sanz punti 40; 2. Daniels 32; 3. Gardiner 30; 4. Berrez 28; 5. Rossat 21; 6. Wilson 20; 7. Romero 18; 8. Fournel 9.

&nbsp;Grande prova anche di Redondi(in foto)&nbsp;

Ancora in evidenza Alex Salvini

  Dopo aver gi&agrave; ospitato il GP di Spagna nel 2004 e 2007, Puerto Lumbraras (nella provincia di Murcia) vedr&agrave; disputarsi nel week end la terza prova del Campionato del Mondo con una prova ricca di motivi tecnico-agonistici su di un percorso di 45 km. da ripetersi quattro volte durante ciascuna delle due giornate di gara con la speciale Cross e la Linea tracciate presso il Polideportivo, mentre l'Xtreme sar&agrave; ubicata a Pe&ntilde;as Blancas.  Nella classe E1 guida la classifica Antoine Meo (Fra-KTM) con 4 vittorie su 4 giornate di gara anche se dovr&agrave; vedersela ancora una volta con l'otto volte iridato Juha Salminen (Fin-Husqvarna) e Matti Seistola (Fin-Husqvarna). Quarta posizione per Thomas Oldrati (Ita-Husaberg), mentre Simone Albergoni (Ita-HM-Honda) &egrave; sesto.  La E2 vedr&agrave; l'attuale leader di questa classe, Alex Salvini (Ita-HM-Honda) confrontarsi con Ivan Cervantes (Spa-KTM) che avr&agrave; il supporto del pubblico di casa. Altri pericolosi avversari di Salvini saranno Pierre Alexandre Renet (Fra-Husaberg), Johnny Aubert (FRA-KTM) e David Knight (GB-Honda).Nella E3, il leader Christophe Nambotin (FRA-KTM), tenter&agrave; di ribadire la propria superiorit&agrave; malgrado a met&agrave; marzo in Sud America non ha potuto essere competitivo al 100% a causa di infortunio pre gara. Concorrente diretto di Nambotin, separato da soli 3 punti in classifica troviamo Joakim Ljunggren (Sve-Husaberg) ed in terza posizione Aigar Leok (EST-TM) davanti a Luis Correia (Por-Beta) e Manuel Monni (Ita-KTM).  La EJ riparte da Giacomo Redondi (Ita-KTM) leader di questa classe contro Matthew Phullips (AUS-Husqvarna) e Danny McCanney (GB-Gas Gas). Altri junior da tenere d'occhio; Mario Roman (Spa-Husaberg), Robert Kvarnstrom (Sve-Beta), Loic Larrieu (Fra-Husaberg), Rudy Moroni (Ira-KTM), Nicol&ograve; Mori (Ita-Beta), Edoardo D'Ambrosio (Ita-Yamaha). Ancora assente per la frattura dell'astragalo del piede destro Jonathan Manzi.  Nella EY 125 2T, Jamie McCanney (GB-Husaberg) guida la classifica davanti Benjamin Herrera (Cil-TM). Particolarmente attesi in questa classe gli azzurrini Davide Soreca (Yamaha), Mettao Bresolin (KTM), Nicol&ograve; Bruschi (Yamaha), Nicholas Trainini (Husaberg).      Dario Agrati         Segui @motosprint    !function(d,s,id){var js,fjs=d.getElementsByTagName(s)[0];if(!d.getElementById(id)){js=d.createElement(s);js.id=id;js.src="//platform.twitter.com/widgets.js";fjs.parentNode.insertBefore(js,fjs);}}(document,"script","twitter-wjs");  

Terzo GP sabato 11 e domenica 12 a Puetro Lumbreras

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