        Per chi ha seguito tutta la carriera di Badovini, apprendere dallo stesso Ayrton la volont&agrave; di svestire i panni da pilota, &egrave; un vero peccato. Per&ograve;, contestualmente, se avete ammirato di persona le gesta del biellese, sarete contenti per lui, perch&eacute; consapevoli di aver a che fare con un professionista che tutto ha dato al mondo delle due ruote. E il motociclismo tanto gli deve: in et&agrave; fanciullesca titolato nella categoria Junior A delle Minimoto, poi cresciuto a suon di grosse cilindrate a quattro tempi. La vittoria ottenuta della Superstock 1000 edizione 2010 fu netta e indiscutibile, poich&eacute; ricca di record relativi condivisi con la tedesca S1000 RR. Inoltre, podi in SBK, ovvero, la massima espressione offerta dal paddock delle derivate. Storico il terzo posto di Silverstone, altrettanto quello colto in Russia. Prima ci era riuscito con una BMW, poi su una Ducati. Alla guida di una Honda, invece, il successo Supersport di Sepang 2016, nel 2019 l'ultima coppa alzata al cielo di Magny-Cours, dopo una gran prova offerta con la Kawasaki. Stile inconfondibile   Apparentemente d&eacute;mod&eacute; tra semimanubri, sella e pedane, Ayrton era un modello di efficacia. Pochi movimenti, essenziali e precisi, come le sue traiettore. Badovini riusciva a staccare forte, entrare in curva veloce, percorrerne pochi metri, voltare tondo e uscire comunque rapidissimo. Come ci riusciva il numero 86? Solitamente, chi fa ci&ograve;, sacrifica qualcosa. Lui no, grazie a una tecnica sviluppata in anni di moto, sensibilit&agrave; nei confronti della ruota anteriore, capacit&agrave; di gestire ogni singolo muscolo del suo corpo. Oltre ai cavalli da scaricare sul suolo, naturalmente. Pulizia e ordine. Ecco sintetizzato lo stile del biellese Padre di famiglia, istruttore in palestra e di pista  Oggi trentacinquenne, padre del piccolo Emanuele, nato dall'unione con la compagna Rita. Una bella famiglia, con la quale trascorre molte ore, quando non &egrave; palestra: nella sua struttura, locata a Castel Bolognese, lo potete vedere all'opera. Ed ogni consiglio si riveler&agrave; utile, sia che andiate in moto o meno. Dalla forza alla resistenza, dal lavoro aerobico ai pesi. La preparazione di Badovini &egrave; da egli stesso messa al servizio dei pi&ugrave; giovani corridori, vogliosi di riperterne i passi di carriera. Oltre a bodybuilding e fitness, ore spese tra paddock, garage, sala briefing e cordoli. Il progetto 511 Racing Team di Mirco Guandalini nel CIV tricolore lo attende. Il messaggio di addio, anzi, di arrivederci  Ayrton fa notare che di benzina bruciata e gomme consumate ce ne siano da contare: "Di tempo ne &egrave; passato, e bisogna accettare che questo passi. Circa 20 anni di carriera, dedizione, impegno, passione, soddisfazioni, sacrifici, dolori e infortuni. Mi sono rotto le caviglie, svariate costole, una clavicola, il subacromeon, alcuni traumi cranici, una rottura vertebrale, ricostruzione del tendine della mano, dita frantumate, ematoma pleurale del fegato, abrasioni..." Tutto ver&ograve;, ma Badovini non si &egrave; mai arreso: "Ho avuto la fortuna di mantenermi con l'attivit&agrave; che pi&ugrave; amo, viaggiando intorno al Mondo, conoscendo persone favolose. Ho imparato dai migliori, per&ograve; adesso mi dedico a una seconda parte di carriera. Metto a disposizione della nuova generazione esperienza e conoscenze maturate. Questo non &egrave; un addio alle corse, bens&igrave; un cambio di veste". Malgrado la positivit&agrave; al Covid, Danilo Petrucci correr&agrave; la Dakar       

Ayrton vanta un titolo internazionale Superstock, podi in Superbike e vittorie in Supersport e dopo 20 anni di gare, sveste i panni del pilota: "Ho imparato dai migliori, facendo ci&ograve; che amo. Mi dedicher&ograve; alle nuova generazione, mettendo a disposizione la mia esperienza"

Badovini dice basta, ma precisa: “Non è un addio alle corse”

Daniele Celani &egrave; il manager romano che ha condiviso la vittoria nella Superstock 1000 FIM Cup 2006 di Alex Polita, titolo che per il team fece il paio con il successo ottenuto un anno prima nei confini nazionali, nella stessa categoria. Da campione tricolore, il Team Celani Suzuki Italia sbaragli&ograve; la concorrenza pure in Europa, grazie a tre primi posti - Valencia, Monza e Misano - a cui vanno aggiunti i podi di Silverstone, Brands Hatch, Assen, Imola e Magny-Cours.  Alex Polita: &ldquo;In Superstock 1000 tenevo la Suzuki per le corna&rdquo;  &quot;Lavorammo duramente sulla GSX-R&quot;     A Brno il solo zero per la GSX-R numero 53, la quattro cilindri pi&ugrave; competitiva del lotto: &ldquo;Venivamo da una stagione vincente nel CIV, quando ci aggiudicammo la Stock 1000&rdquo; Celani rivive quegli anni. &ldquo;Avevamo lavorato parecchio per sistemare al meglio la nuova Suzuki GSX-R 1000. Tra le altre modifiche, ci fu il cambio di sospensioni, passando da White Power a &Ouml;hlins. Grazie a numerose sessioni di test, riuscimmo a trovare una messa a punto ottimale, bench&eacute; all&rsquo;epoca gli interventi concessi dal regolamento al modello di serie fossero limitati&rdquo;.  Quali furono gli interventi pi&ugrave; importanti?  &ldquo;La sostituzione delle cartucce forcella e il cambio di ammortizzatore posteriore, con i relativi settaggi. Lo scarico di serie venne rimosso, al suo posto un Arrow. La centralina standard lasci&ograve; spazio a una pi&ugrave; evoluta Yoshimura. Cambiammo la guarnizione di testa e rivedemmo i pistoni. La differenza era determinata da un grosso affinamento del pacchetto completo: il modello GSX-R di serie era gi&agrave; valido per andare forte in pista, noi vincemmo con la versione K6, la colorazione nera fu una mia idea, poi copiata da tanti&rdquo;.  Polita che pilota era?  &ldquo;Alex fu veloce e ci diede una bella mano nella messa a punto. Alle sue spalle c&rsquo;erano dei bravi tecnici: avevamo persone come Peppo Russo, bravissimo ed esperto conoscitore di modelli Suzuki. Inoltre, lo staff dei sospensionisti di Andreani fu di grande supporto. Chiaramente, in pista ci andava poi il pilota: Polita si dimostr&ograve; particolarmente meticoloso in tutti gli aspetti, si preparava bene negli allenamenti&rdquo;.  Quali avversari vi infastidirono di pi&ugrave;?  &ldquo;Ne ricordo tanti particolarmente competitivi, cito Claudio Corti con la Yamaha e Luca Scassa con la MV Agusta. Direi che R1 e F4 sono state le avversarie pi&ugrave; dure da affrontare, mentre le altre Suzuki rimanevano sempre molto indietro. La nostra GSX-R era sicuramente ben preparata, inoltre, nel team vigeva un clima sereno e dai toni del divertimento. Quando vanno bene le cose, tutto diventa pi&ugrave; semplice&rdquo;.  MotoGP, Capirossi: &ldquo;Nel 2007 faticavo con la Ducati, la Suzuki &egrave; pi&ugrave; facile&rdquo;  La doccia fredda di Magny Cours   Avete mai dubitato di farcela?  &ldquo;A Imola avevamo gi&agrave; festeggiato la vittoria del campionato, con tanto di celebrazione e convinzione di aver conquistato il titolo europeo Stock 1000. Il ricorso fatto contro la MV di Scassa sembrava ufficiale, invece, le cose andarono diversamente. L&rsquo;oggetto del ricorso si basava su un&rsquo;irregolarit&agrave; tecnica rilevata sulla moto di Luca: a Brands Hatch era palese che la sua F4 avesse un sistema di acquisizione dati, non ammesso dal regolamento. La gara inglese venne fermata e tutti i piloti ripresero la via dei box per un controllo, invece Scassa prosegu&igrave; verso il paddock. Il team aveva ricevuto una squalifica in prima istanza e, di conseguenza, a Imola la vittoria del titolo era nostra. Per la gioia, avevamo appiccicato il numero 1 al cupolino della Suzuki e le scritte celebrative sulle carene. Invece...&rdquo;.  Cosa avvenne?  &ldquo;In Francia arriv&ograve; la comunicazione: sulla griglia di partenza a Magny-Cours ci dissero che il ricorso ai danni di Scassa e della MV non era accolto al 100%, perci&ograve; c&rsquo;era il rinvio a giudizio. In pratica, non avevamo pi&ugrave; il titolo in tasca, anzi: fummo costretti a giocarci la vittoria finale, dato che era l&rsquo;ultima gara in calendario, in pi&ugrave; Alex soffriva dei postumi di un brutto infortunio rimediato in Germania e gli faceva ancora male uno scafoide. Gli avevo detto di arrivare almeno sul podio, ma Scassa ruppe, e la questione si risolse semplicemente&rdquo;.  Che significato ebbe quel successo?  &ldquo;La Stock 1000 era un bel campionato, che ha lanciato campioni, come Lorenzo Lanzi e Danilo Petrucci. Il livello era altissimo, le battaglie in pista fantastiche, regnavano divertimento e competitivit&agrave;. Con moto vicine ai modelli di serie, ogni team poteva partecipare evitando spese folli. E poi ospitava ragazzi da tutto il Mondo, dall&rsquo;Australia al Sud Africa, dall&rsquo;Olanda alla Turchia. Ma i migliori erano gli italiani&rdquo;.  E infatti, quel 2006 si chiuse con un pokerissimo azzurro in vetta: Polita, Corti, Scassa, Ayrton Badovini e Matteo Baiocco.  SBK, Max Biaggi: &quot;Nel 2007 in Suzuki inizi&ograve; la mia nuova vita&quot; 

Il manager ricorda il titolo della Superstock 1000 di Polita: &quot;A Imola eravamo convinti di aver chiuso i conti, ma la squalifica di Scassa a Brands Hatch venne azzerata, e allora la questione si risolse nella gara conclusiva in Francia. Sempre a nostro favore...&quot;

Daniele Celani e il titolo Superstock 1000 festeggiato... due volte

Alex Polita proprio non ne voleva sapere. Il numero 1 appena appiccicato al cupolino della sua Suzuki, doveva essere immediatamente rimosso, perch&eacute; non si sentiva meritevole del titolo Stock 1000 anno 2006. Il Team Celani stava festeggiando il (teorico) traguardo a Imola, ma l&rsquo;allora ventiduenne pilota di Jesi cercava, invece, nei cassetti del box l&rsquo;originario 53, ritenuto dal marchigiano il pi&ugrave; giusto di quel particolare momento: &ldquo;Io lo dissi subito a tutti &ndash; Alex racconta il retroscena &ndash; che non avrei messo il numero del vincitore sulla tabella della GSX-R. Per me non doveva essere una vera conquista del campionato quella di Imola, perch&eacute; Luca Scassa era stato, teoricamente, squalificato. Avevo specificato che desideravo giocarmi il titolo sul campo e ad armi pari; a me non interessava un numero uno frutto di problemi altrui&rdquo;.  SBK, Max Biaggi: &quot;Nel 2007 in Suzuki inizi&ograve; la mia nuova vita&quot;  &quot;Io e il team svolgemmo un gran lavoro&quot;   Le sorti del campionato si decisero comunque in pista.  &ldquo;A Magny-Cours, ultima tappa, io e la squadra ricevemmo l&rsquo;aggiornamento della classifica a pochi minuti dal via. La squalifica di Scassa era stata revocata e il discorso titolo rimaneva aperto. Io stavo male, arrivavo da un infortunio e sentivo dolore a spalla e polso. Vinsi il campionato in Francia perch&eacute; mi sentivo bene in quella situazione, il Team Celani era una famiglia, sia in pista che nel paddock. Daniele e i ragazzi mi hanno coccolato, per me &egrave; stato speciale lavorare e correre per loro, nell&rsquo;esperienza agonistica migliore della mia carriera. In pi&ugrave;, avevo pensato anche allo sconfitto&rdquo;.  Ti riferisci a Scassa?  &ldquo;S&igrave;, Luca era nel 2006 ed &egrave; tutt&rsquo;oggi un vero amico. La storia della squalifica non mi era piaciuta affatto, anche perch&eacute; lui non c&rsquo;entrava. A Magny-Cours Scassa si ritir&ograve; per una rottura della sua MV e io, a fine gara, gli diedi un passaggio sulla mia Suzuki. In quel momento condividemmo la gioia per il successo e ka delusione della sua disfatta. Eravamo uniti e affiatati&rdquo;.  Affiatamento che avevi anche con la GSX-R 1000.  &ldquo;Avevamo svolto un bel lavoro nel periodo invernale, andando spesso in pista per importanti test di sviluppo. Nel precampionato spendemmo molte energie nella messa a punto. Ricordo di aver girato a Valencia quasi dieci volte prima del round inaugurale, Daniele invest&igrave; tanti soldi e io ricambiai con l&rsquo;impegno, dando il massimo in ogni sessione di prove&rdquo;.  Eravate sempre la squadra da battere.  &ldquo;&Egrave; vero, in pista determinammo la differenza rispetto ai rivali, ma fu il frutto di un risultato proveniente dall&rsquo;inverno. Ponendo bene i tasselli al loro posto, in gara fu meno complicato fare bene. La nostra stagione ha goduto di una grandissima preparazione, di qualit&agrave;&rdquo;.  Com&rsquo;era la Suzuki?  &ldquo;Gli avversari erano convinti che io vincessi grazie a una moto nettamente superiore. In realt&agrave;, la differenza &egrave; da ricondurre al fatto che Celani portasse in pista ogni tre gare una Suzuki completamente nuova. Motori freschi e tutta la componentistica aggiornata. Quella era la vera Stock 1000, in cui il pilota poteva determinare il risultato, IL GLADIATORE se ben aiutato dal team. Era il caso nostro, Daniele mise impegno nel progetto e, tutti insieme, si raccolse quanto seminato&rdquo;.  Ci hai messo del tuo?  &ldquo;Finalizzai quanto costruito dalla squadra, in un lavoro di gruppo nel box. Io e la GSX-R 1000 costituivamo un tutt&rsquo;uno. Ci&ograve; che riuscivo a fare, agli altri sembrava fantascienza. Ricordo che a Misano arrivavo alla staccata del Tramonto con la forcella a pacco e il posteriore a bandiera. In sella &lsquo;giocavo&rsquo;, mi sentivo in forma e quello stato di grazia era possibile grazie al tempo speso nei test di preparazione alla stagione&rdquo;.  Eri veloce e spettacolare.  &ldquo;Tenevo la moto &lsquo;per le corna&rsquo;. Il carattere del quattro cilindri di Hamamatsu si dimostr&ograve; ruvido, soltanto io nella Stock 1000 e Troy Corser in Superbike riuscivamo a sfruttarne il potenziale. L&rsquo;australiano aveva nella sua categoria il Mondiale 2005, io nella mia il titolo europeo 2006. Facevo fumare la ruota posteriore in accelerazione; con la Suzuki ti sentivi un gladiatore nell&rsquo;arena, dovevi combatterci per domarla. Mi divertivo e ne ho tratto grandissime soddisfazioni&rdquo;.  Soddisfazioni anche dai colleghi.  &ldquo;La pi&ugrave; grossa soddisfazione era incontrare Troy Bayliss nel paddock e scambiare opinioni su come fossero andati i rispettivi turni di prove. In quel 2006 ero diventato &lsquo;Il Pirata&rsquo;, soprannome a cui sono stato affezionato per gran parte della mia giovent&ugrave;&rdquo;.  MotoGP, Capirossi: &ldquo;Nel 2007 faticavo con la Ducati, la Suzuki &egrave; pi&ugrave; facile&rdquo; 

Lo jesino trionf&ograve; nel 2006 grazie alla sua relazione con la GSX-R: &quot;Sapeva regalare grandi soddisfazioni. In gara mi sentivo come nell&rsquo;arena&quot;

Alex Polita: &ldquo;In Superstock 1000 tenevo la Suzuki per le corna&rdquo;

Vincere fa morale. Ne sa qualcosa Roberto Tamburini, che dopo aver trionfato a Portimao (primo successo stagionale) chiude in testa la prima giornata di prove libere Superstock 1000 a Magny Cours.&nbsp;  PRONTO PER IL BIS - In terra francese, il portacolori BMW del Team Berclaz fa segnare un 1&rsquo;40&rdquo;305 nel secondo turno che vale, per ora, la vetta della classifica. Alle sue spalle, lontano soli nove centesimo, c&rsquo;&egrave; il cileno Maximilian Scheib, in sella alla RSV4 del Team Aprilia ufficiale. In terza posizione un altro azzurro, Federico Sandi (Ducati - Motocorsa Racing) il quale paga un decimo di gap da Tamburini ma &egrave; bravo a chiudere davanti al tedesco Reiterberger, al francese Marino e all&rsquo;altro italiano Alessandro del Bianco, sesto con la BMW targata Gulf Althea ma lontano quasi un secondo da Tamburini.  CINQUE AZZURRI TRA I PRIMI 10 - Nella top ten, tra i nostri, da segnalare la presenza di Luca Vitali (ottavo) con l&rsquo;altra Aprilia ufficiale e quella di Gabriele Ruiu, decimo con la Kawasaki del Team Pedercini. Salvadori &egrave; 11esimo, seguito da Jacopo Cretaro mentre Pusceddu &egrave; pi&ugrave; indietro, 18esimo provvisorio. 

L&rsquo;italiano del Team Berclaz porta la BMW al primo posto al termine delle prime due sessioni di prove libere. Seguono l&rsquo;Aprilia di Scheib e la Ducati di Sandi

STK 1000 Francia, day1: Tamburini si conferma

        Seconda vittoria in carriera per Maximilian Scheib.&nbsp;Il portacolori Aprilia Racing Team ha ottenuto la sua prima vittoria del 2018, in condizioni meteo avverse, all'automotodro di Brno. Il cileno &egrave; stato inarrestabile sul bagnato, portando la sua Aprilia a soli 9 punti dalla testa della classifica. Alessandro Delbianco, sulla BMW Althea, e Florian Marino, su Yamaha Motoxracing, sono saliti sul podio per la prima volta quest'anno, rispettivamente in seconda e terza posizione.  Venerd&igrave; mattina non pioveva sulla pista della Moravia ma quando i piloti della STK1000 si sono piazzati sulla griglia di partenza, ha iniziato a piovere per un quarto d'ora. Un inizio di gara sotto l&rsquo;acqua ha visto Scheib superare Markus Reiterberger nei primi secondi di gara. Il tedesco, inarrestabile in condizioni di asciutto, non &egrave; stato in grado di dimostrare la stessa posizione dominante su una pista bagnata, faticando, come era acaduto a Imola, quattro settimane fa.  Con Scheib che ha accumulato un vantaggio di 3 secondi, c'&egrave; stata lotta per le restanti posizioni del podio, con Marino e Delbianco che hanno superato il leader del campionato nella prima met&agrave; della gara e hanno dato vita ad una battaglia elettrizzante per il secondo posto, in condizioni difficili. Alla fine, il ventenne italiano ha avuto la meglio sul pilota Yamaha, conquistando il suo primo podio in STK1000. Reiterberger ha tagliato il traguardo in quarta posizione, con Andrea Mantovani capace di passare dal quattordicesimo posto in griglia al quinto posto.&nbsp;Luca Vitali ha portato la sua Aprilia al sesto posto, con Federico Sandi a respingere gli attacchi di Roberto Tamburini, per finire settimo.&nbsp;Tamburini perde il suo secondo posto nel campionato che va a Scheib. L&rsquo;italiano ha 15 punti di distacco da Reiterberger. Qui la classifica della gara.       

Il pilota Aprilia vince la sua prima gara 2018, sul bagnato, ed &egrave; a 9 punti dalla vetta della classifica, dove resta Reiterberger. Podio per Alessandro Delbianco e Florian Marino

Superstock 1000 Brno: Scheib domina sul bagnato

Il Gulf Althea BMW Racing ha ingaggiato Alessandro Delbianco per la stagione agonistica 2018 che avr&agrave; inizio il 15 aprile in Spagna, sulla pista del Motorland Aragon. Nato a Rimini nel 1997, Delbianco ha cominciato il suo viaggio nel mondo delle moto a 6 anni. Il suo percorso lo ha visto competere prima con le minimoto e le pitbike e, pi&ugrave; recentemente, nella classe Moto3. Nel 2016 ha vinto la sua prima gara Moto3 nel campionato CIV, sulla pista del Mugello.&nbsp;  SOGNO - In seguito nel 2017, nonostante un grave incidente ad inizio stagione, ha vinto due gare ed ottenuto altri due podi nella stessa categoria, chiudendo in terza posizione assoluta. &ldquo;Si tratta della mia prima esperienza con una moto di questa cilindrata e con una BMW ed &egrave; anche la mia prima volta in un campionato internazionale - ha detto Delbianco - detto questo, entrare in un team come Althea &egrave; quasi un sogno, ho sempre ammirato sia i piloti che i tecnici dai quali so che ci sar&agrave; tanto da imparare. Non conosco la maggior parte delle piste ovviamente ma questo non mi preoccupa, anzi, lo prendo come uno stimolo per impegnarmi ancora di pi&ugrave;. Ho gi&agrave; avuto la possibilit&agrave; di girare sul circuito di Cartagena, e devo dire che il primo approccio &egrave; stato sia molto bello che positivo&rdquo;.  SCOMMESSA - La squadra italiana, vincitrice della categoria con Davide Giugliano nel 2011 e con Raffaele De Rosa nel 2015, avr&agrave; il compito di difendere i colori della casa bavarese, con l&rsquo;intenzione di puntare in alto e di lottare per il titolo. &ldquo;Credo in questo ragazzo e colgo in lui una vena agonistica entusiasmante che d&agrave; a me ed al team la giusta motivazione per aiutarlo ad arrivare ad un risultato prestigioso - spiega Bevilacqua - molti potranno considerarla &ldquo;una scommessa&rdquo; e forse lo sar&agrave;&hellip; ma di sicuro si riveler&agrave; una sorpresa per tutti ed anche per noi! D&ograve; quindi il benvenuto ad Alessandro confermando, come sempre, la grande attenzione del Team Althea alla crescita ed alla formazione dei piloti italiani Superbike del futuro.&rdquo; 

La squadra di Bevilacqua ha annunciato il proprio portacolori per la prossima stagione dell&rsquo;europeo &nbsp;

Delbianco in STK 1000 con Gulf Althea BMW Racing

E&rsquo; ufficiale: Roberto Tamburini affiancher&agrave; Luca Salvadori nel box del Berclaz Racing team per la prossima stagione nel Campionato Europeo Superstock 1000.&nbsp;La compagine svizzera conferma la sua partecipazione con le BMW S1000RR e dichiara che oer questa nuova stagione le ambizioni sono poste sempre pi&ugrave; in alto. Il team Berclaz affida i propri colori a due piloti di riferimento in questo campionato: la prima moto sar&agrave; infatti in mano a Roberto Tamburini, ex pilota del team ufficiale Yamaha Stock, ha gi&agrave; corso sulla BMW nel 2015, concludendo il campionato in seconda posizione. La seconda moto &egrave; affidata a Luca Salvadori.  I PILOTI - &ldquo;Sono molto lieto di far parte di una squadra competitiva e in crescita come il team Berclaz e di tornare al manubrio della BMW dopo due anni&rdquo;, dichiara Roberto Tamburini. &ldquo;Sar&agrave; importante trovare il buon setting sulla moto durante le prime prove, per arrivare alla prima corsa di Aragona in condizioni ottimali&rdquo;.  &ldquo;Sono molto felice di aver firmato con il Berclaz Racing Team per 2018, ho un compagno di squadra molto forte e la moto &egrave; molto competitiva&rdquo;, annuncia Luca Salvadori. &ldquo;Ora mi occuper&ograve; dei miei problemi fisici in vista dell&#39;inizio della stagione. Penso che ci siano tutte le condizioni per un anno da protagonista nel campionato italiano e in quello europeo della Superstock 1000&rdquo;.  UNA NUOVA AVVENTURA - &ldquo;Questa stagione &egrave; una nuova avventura, dopo un primo anno che si &egrave; svolto bene su BMW, bisogner&agrave; continuare con la stessa determinazione nel 2018 per condurre la squadra ai migliori risultati&rdquo;, dichiara il team manager Gabriel Berclaz. &ldquo;Sono molto soddisfatto e ansioso di collaborare con i nostri nuovi piloti. Ora facciamo spazio ai test invernali per iniziare al meglio il campionato in aprile&quot;. 

&quot;Sono felice di far parte di una squadra competitiva e in crescita come il team Berclaz e di tornare al manubrio della BMW dopo due anni&quot;, dice Roberto Tamburini

Superstock 1000: Tamburini sulla BMW

         L&rsquo;ex pilota del mondiale Superbike Markus Reitererger su MW Van Zon Remeha ha siglato la pole position nelle qualifiche della Superstock 1000 europea, davanti alla Ducati di Mike Jones e alla Yamaha di Roberto Tamburini.   Reiterberger ha registrato il giro pi&ugrave; veloce  in 1&rsquo;42.113 in una sessione dichiarata conclusa dalla  bandiera rossa. &nbsp; Circa a met&agrave; sessione, Jones &egrave; caduto alla curva 5 mentre occupava la prima posizione, e non &egrave; pi&ugrave; tornato in pista.  Successivamente &egrave; cos&igrave; stato superato da Reiterberger che ha siglato un  crono pi&ugrave; basso del suo di soli 23 millesimi, mentre Tamburini ha  ottenuto il terzo posto sulla griglia di partenza, con un ritardo di 68  millesimi. &nbsp;   &nbsp; Federico Sandi, alfiere del Berclaz Racing Team, scatter&agrave; dalla quarta casella,  nonostante una caduta durante la sessione, e in seconda fila sar&agrave;  seguito da Florian Marino, portacolori Pata Yamaha Official STK1000 Team, e Illia  Mykhalchyk, TripleM Racing. &nbsp; Florian Alt, pilota del Team Yamaha MGM, Jeremy Guarnoni del Pedercini Racing e  Alejandro Medina Mayo del Cardoso School Racing Team scatteranno domani dalla terza fila con  Federico D&rsquo; Annunzio a completare la  top 10. &nbsp; La sessione &egrave; stata accorciata di due minuti dopo la caduta di Glenn Scott. &nbsp; Dei tre piloti che domani lotteranno per il titolo il miglior  piazzamento l&rsquo;ha conquistato Marino, con il quinto tempo, mentre Michael  Rinaldi sar&agrave; 14esimo e Toprak  Razgatlioglu 12esimo. Ricordiamo che  l&rsquo;italiano &egrave; il leader della classifica e ha un vantaggio di otto punti  sul francese e di 14 punti sul turco.&nbsp;          

Secondo tempo per la Ducati di Mike Jones davanti alla Yamaha di Roberto Tamburini

Superstock 1000 Jerez: Reiterberger in pole

Jeremy Guarnoni e la sua Kawasaki Pedercini Racing hanno vinto il Round francese di Magny Cours nella Superstock 1000, vincendo solo all&rsquo;ultimo giro la sfida tutta transalpina con Florian Marino sulla Yamaha Pata Racing. Al terzo posto si &egrave; piazzato Federico Sandi con la BMW del Team Berclaz Racing. Guarnoni ha portato a casa la sua prima vittoria stagionale, sul circuito di casa, con un distacco di quattro decimi su Marino che con il secondo posto ha mantenuto aperta la lotta per il titolo.  Per conoscere il vincitore del Campionato Europeo Superstock, dunque, bisogner&agrave; attendere l&rsquo;ultimo round stagionale di Jerez, che &egrave; in programma fra tre settimane. Al quarto posto si &egrave; piazzato Roberto Tamburini che con l&rsquo;altra Yamaha Pata partiva dalla pole position. L&rsquo;altro pretendente al titolo Toprak Razgatlioglu (Kawasaki Puccetti Racing) ha saltato la gara per la lussazione della spalla destra dopo la caduta nelle FP3 e ora accusa un ritardo di 14 punti da Rinaldi in campionato.  Illia Mykhalchyk (TripleM Racing), Mike Jones (Aruba.it Racing - Junior Team), Sebastien Suchet (Berclaz Racing Team), Luca Vitali (Nuova M2 Racing), Maximilian Scheib (Nuova M2 Racing) e Michael Rinaldi (Aruba.it Racing - Junior Team) concludono la top ten con l&rsquo;italiano e leader in classifica che mantiene un vantaggio di otto punti su Marino. 

Guarnoni ha portato a casa la sua prima vittoria stagionale, mentre&nbsp;Marino con il secondo posto ha mantenuto aperta la lotta per il titolo

STK 1000 Magny Cours, Guarnoni vince il duello francese

        Federico Sandi e la sua BMW del team Berclaz centrano la pole provvisoria dopo i due turni di prove libere della Superstock 1000 nel venerd&igrave; di Magny Cours. Sandi, figlio dello storico capomeccanico di Max Biaggi ai tempi in cui correva in 250, ha battuto anche se di un solo decimo il francese della Yamaha Florian Marino, che a sua volta precede di appena 33 millesimi il suo compagno di squadra Roberto Tamburini.  Alle spalle di un altro pilota di casa, Jeremy Guarnoni, quinto tempo per Luca Vitali, mentre l'ex campione europeo della 600 Marco Faccani si piazza ottavo davanti ad un altro ex campione continentale: il turco Toprak Razgatlioglu, con Federico D'Annunzio a completare la top ten. Undicesimo crono per il leader della classifica europea, Michael Ruben Rinaldi: sulla Ducati Panigale dello Junior team, Rinaldi accusa per il momento un ritardo di 1'2 da Sandi. Qui la classifica dei tempi della prima giornata di prove libere.        

Terzo tempo per Roberto Tamburini. Il leader della classifica europea Michael Rinaldi &egrave; undicesimo con la Panigale

Superstock 1000, Magny Cours: venerdì da leader per Sandi

Suona due volte l&rsquo;inno italiano sul podio della Superstock 1000, nella gara valida per l&rsquo;Europeo sul circuito tedesco del Lausitzring. &Egrave; stato infatti Michael Rinaldi a conquistare la vittoria in sella alla sua Ducati, precedendo il compagno di squadra Mike Jones e Roberto Tamburini sulla Yamaha. Rinaldi ha approfittato della bagarre selvaggia tra la BMW di Federico Sandi e la Kawasaki di Toprak Razgatlioglu.  Dopo alcuni sorpassi e controsorpassi piuttosto aggressivi il primo ha chiuso quinto dietro alla Yamaha di Florian Marino, mentre il secondo &egrave; finito a terra. Una situazione che ha regalato a Rinaldi un bel vantaggio in classifica, che ora &egrave; di 26 punti. Nelle prime dieci posizioni hanno concluso anche Jeremy Guarnoni, Luca Vitali, Sebastien Suchet, Julian Puffe e Marvin Fritz  La Superstock 1000 torner&agrave; in pista a settembre per il settimo round della stagione a Portimo, in Portogallo, in programma dal 15 al 17 settembre.&nbsp; 

Rinaldi ha approfittato della bagarre selvaggia tra la BMW di Federico Sandi e la Kawasaki di Toprak Razgatlioglu

STK 1000 Germania, Rinaldi vince e allunga in classifica

Ci sar&agrave; un italiano in pole position nella gara di Superstock 1000 di domani in Germania sul circuito del Lausitzring. Federico Sandi in sella alla sua BMW ha staccato il tempo pi&ugrave; veloce di tutti, precedendo Maximillian Scheib sull&rsquo;Aprilia e Michael Ruben Rinaldi sulla Ducati. Con il crono di 1:38,268 Sandi si &egrave; preso la prima pole position della sua carriera nella categoria, infliggendo sei decimi di distacco al secondo che a sua volta &egrave; stato pi&ugrave; veloce di soli 65 millesimi del terzo.  In seconda fila si sono qualificati Florian Marino, Roberto Tamburini e Mike Jones. Alle loro spalle, in terza fila ci saranno Toprak Razgatlioglu, Marco Faccani e Luca Vitali, mentre la top ten &egrave; completata da Illia Mykhalchyk. Appuntamento domani alle 15:15 per la gara della Superstock 1000. 

on il crono di 1:38,268 Sandi si &egrave; preso la prima pole position della sua carriera nella categoria

STK 1000 Germania, la pole position &egrave; di Sandi

        Il Kawasaki Puccetti Racing si schiera in tutte le quattro classi del mondiale Superbike e la squadra ha una quindi una conoscenza molto approfondita delle differenze tra tutte le moto. &nbsp;&ldquo;Prima di tutto si vedono le parti del telaio, poich&eacute; abbiamo un  forcellone standard sulla moto della STK1000 di Toprak e uno Kalex su  quella del SBK, che &egrave; vicino ad un elemento di fabbrica", spiega Andrew Pitt, capo del team di Randy Krummenacher, in un'intervista con WorldSBK.com. "&Egrave; anche  possibile vedere le forcelle Showa, abbiamo la sospensione di fabbrica  sulla moto del WorldSBK rispetto al materiale originale della moto della  STK1000&rdquo;. &nbsp; LE PRESTAZIONI - Pitt prosegue poi con le prestazioni della moto: &ldquo;Per quanto riguarda le  prestazioni del motore e la velocit&agrave; massima, non c'&egrave; molta differenza. Le moto che lasciano la fabbrica sono ad un livello molto alto e vedrete  che quelle della STK1000 in esposizione sono fondamentalmente  Superbike. Per quanto riguarda il motore, si pu&ograve; esprimere di pi&ugrave; la  Superbike, non deve fare chilometri, ma la velocit&agrave; massima &egrave; quasi la  stessa. Forse per regolare la potenza la moto del &nbsp;WorldSBK &egrave; pi&ugrave; docile  e pi&ugrave; facile da gestire. &Egrave; qui che entra l'elettronica, nelle  Superbike, ma non nelle moto STK1000&rdquo;. &nbsp; L'ELETTRONICA -&nbsp; &ldquo;Entrambe hanno le stesse caratteristiche elettroniche, in  termini di freno motore, di trazione e di controllo delle ruote, ma  sulla moto della STK1000 &egrave; un sistema pi&ugrave; primitivo, anche se proviene  dalle lezioni apprese sulla SBK", spiega ancora Andrew Pitt. "Inoltre, questo si basa sul costo. Ci  sono alcuni aspetti che puoi modificare, si usa il sistema che puoi  acquistare dai concessionari Kawasaki, ma nel WorldSBK c&rsquo;&egrave; quello della  Magneti Marelli che Kawasaki ha sviluppato. &Egrave; un sistema molto pi&ugrave;  raffinato ed &egrave; stato progettato per rendere pi&ugrave; durature le gomme e per  girare con gli stessi tempi per pi&ugrave; giri&rdquo;.       

"Per quanto riguarda le prestazioni del motore e la velocit&agrave; massima, non c'&egrave; molta differenza. Le moto che lasciano la fabbrica sono ad un livello molto alto", spiega Andrew Pitt

SBK: Puccetti spiega la differenza con la STK1000

         Il campionato Europeo Superstock 1000 si prepara a vivere l quarto  round stagionale sul circuito del  Leicestershire. Il dominio continua a essere la chiave della serie, con i  piloti che riescono a trovare la giusta messa a punto sulle loro moto e  riescono a fare la loro gara vittoriosa in solitaria. &nbsp; Il leader del campionato &egrave; l'italiano Michael Ruben Rinaldi: il portacolori del team Aruba.it -  Ducati Junior Team &egrave; tornato sul gradino pi&ugrave; alto del podio davanti al  pubblico di casa, l'ultima volta a Imola. Con un vantaggio di 16 punti  in classifica dopo tre gare, Rinaldi &egrave; sicuramente il pilota da battere a Donington. Tuttavia, a Donington lo scorso anno aveva registrato solo una top 5 &ndash; a  10 secondi dal vincitore - e per mantenere il suo ritmo di questa stagione dovr&agrave; fare un passo in avanti sul circuito inglese. Toprak Razgatlioglu (Kawasaki Puccetti Racing) &egrave; secondo in campionato a  54 punti &ndash; il suo numero di gara. Il turco ha ottenuto la sua prima  vittoria ad Assen per il secondo round e si &egrave; assicurato un altro podio a  Imola; arriver&agrave; in Inghilterra con la speranza di impressionare i  tifosi inglesi. &nbsp; Roberto Tamburini , portacolori del Pata Yamaha Official STK1000 Team, invece, &egrave; ancora  alla ricerca della sua prima vittoria di gara della stagione, dopo aver  ottenuto due podi finora, tra i quali quello a Imola nel round precedente. Nel suo ultimo round a Donington l&rsquo;italiano aveva conquistato la pole position con BMW, ma non aveva vinto e la sfida si ripropone quest&rsquo;anno sui  4.023km del circuito. Il suo compagno di squadra Florian Marino &egrave; salito sul podio due volte su tre in  questo 2017, continuando ad adattarsi alla sua YZF R1, e con il suo  passo costante dimostrato finora su questa pista. &nbsp; Con 34 piloti che si schiereranno sulla griglia di partenza sul  circuito britannico, si prevede&nbsp; un fine settimana d'azione per  la STK1000.        

Con un vantaggio di 16 punti in classifica dopo tre gare, l'italiano del Ducati Junior Team &egrave; il favorito del lotto di 34 piloti

STK 1000 Donington: Rinaldi è l'uomo da battere

         Nel secondo round dell&rsquo; European Superstock 1000, sul circuito di Assen, a trionfare &egrave; stato  Toprak Razgatlioglu: il pilota del team Kawasaki Puccetti Racing ha vinto dopo&nbsp; gara breve di nove  giri dopo la caduta di Marvin Fritz (Bayer -Bikerbox Yamaichi) che ha  coinvolto anche i piloti Roberto Tamburini (PATA Yamaha Official STK  1000 Team), Federico Sandi (Berclaz Racing Team) e Mike Jones (Aruba.it  Racing - Junior Team) (leggi qui l'aggiornamento sulle sue condizioni). &nbsp; La gara &egrave; successivamente ripresa e  Razgatlioglu ha preso vantaggio fin dall&rsquo;inizio davanti a Rinaldi &ndash; che  stava dominando la gara prima che venisse esposta bandiera rossa &ndash; e il  pilota della Kawasaki ZX-10RR ha avuto la meglio sul portacolori Ducati. Con la seconda posizione in gara, comunque, Rinaldi mantiene la leadership della serie europea. &nbsp; Il poleman Florian Marino ha invece concluso terzo, transitando sotto il traguardo a + 1.65s da Rinaldi. &nbsp; Il pilota wild card olandese Danny De Boer (Van Zon Remeha) e il  francese Jeremy Guarnoni (Pedercini Racing) hanno completato la top 5. &nbsp; Sesta posizione per l'ucraino Illia Mykhalchyk  (TripleM Racing) davanti al cileno Maximillian Schieb (Nuova M2 Racing) e allo svizzero Sebastien Suchet  (Berclaz Racing Team). Roberto Tamburini e Luca Vitali (Nuova M2  Racing) completano la top ten. Undicesimo Federico Sandi davanti a Luca Marconi e Kevin Calia. Tra due settimane i piloti della STK1000 saranno di nuovo  in pista, all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola.        

Con il secondo posto Michael Ruben Rinaldi mantiene la leadership del campionato. Nella top ten Tamburini e Vitali

Superstock 1000, Assen: vince Razgatlioglu

Il Campionato Superstock 1000 inizia sul circuito spagnolo di Aragon inizia nel segno di Michael Rinaldi e della sua Ducati Panigale. Dopo aver conquistato la pole position di sabato, il centauro italiano ha fatto il vuoto in gara, vincendo per distacco sul secondo classificato Marino e facendo registrare anche il giro pi&ugrave; veloce &ndash; unico a scendere sotto il minuto e cinquantatr&eacute; secondi &ndash; per un fantastico hat trick. La sua gioia e commozione &egrave; stata visibile fin dal giro di ricognizione ed &egrave; poi stata spiegata dalle sue parole una volta sceso dalla moto.  &ldquo;&Egrave; stato un inverno difficile, ho dovuto lavorare molto sodo perch&eacute; non tutti credevano in me &ndash; ha spiegato Rinaldi - ma io ho lavorato tutti i giorni senza mai mollare per far ricredere tutti. Ho lavorato tutto l&rsquo;inverno con grande impegno perch&eacute; sapevo di poter vincere e voglio ringraziare tutta la mia squadra perch&eacute; abbiamo fatto un grande lavoro e oggi abbiamo dato un grande distacco a tutti&rdquo;.  Al terzo posto si &egrave; classificato un ottimo Tamburini con la Yamaha &ldquo;Non sono partito benissimo, ho dovuto fare una gara di rimonta &ndash; ha detto Tamburini appena sceso dalla moto - Soffrivo un poco nell&rsquo;ingresso in curva, perch&eacute; abbiamo ancora un po&rsquo; di lavoro da fare sulla moto. Questo inverno mi sono fatto male in allenamento e non sono mai riuscito a provarla bene. Dobbiamo lavorare per farla impennare meno e curvare meglio&rdquo;.  Qui i risultati completi 

Dopo aver conquistato la pole position di sabato, il centauro italiano ha fatto il vuoto in gara

Superstock 1000 Aragon, il weekend perfetto di Rinaldi

        Nel 2017 il team Nuova M2 Racing disputer&agrave; il Campionato Europeo Superstock 1000 con Aprilia  Racing e la squadra sar&agrave; composta da Maximilian Scheib e Luca Vitali. Il team  italiano punta a fare una grande stagione. Dopo aver disputato qualche  giorno di test a Cartagena, in Spagna, con un certo successo, sono tutti  fiduciosi prima di iniziare la pausa invernale che li attende. &nbsp; Maximilian Scheib ha vinto il round finale della STK1000 l&rsquo;anno scorso,  quindi il cileno affronter&agrave; la stagione consapevole di quanto sia  competitivo il campionato. L'azzurro Luca Vitali si aggiunge alla  formazione, dopo aver terminato la stagione 2016 della STK1000 in  dodicesima posizione.&nbsp; &nbsp; &ldquo;Sono molto contento di  aver creato un team cos&igrave; forte per il 2017", ha dichiarato il team manager Enzo Chiapello. "Aprilia Racing &egrave; ormai una  certezza, ci dar&agrave; un supporto ad alto livello con la consapevolezza che  le RSV4 sono moto molto competitive. I nuovi piloti sono tutti di alto  livello. Abbiamo trascorso alcuni giorni insieme in Spagna, durante i  test invernali, e si sono dimostrati subito molto veloci, ma soprattutto  sono stati di capaci di integrarsi nel team con il giusto spirito.  "Matteo Baiocco avr&agrave; il numero uno, questo ci rende orgogliosi e sproner&agrave;  tutto il team a dare il meglio&rdquo;, conclude Chiapello riferendosi alla partecipazione del pilota di Osimo nella classe Superbike del Campionato Italiano di Velocit&agrave;, dove quest'anno ha vinto il terzo titolo.       

"Aprilia Racing &egrave; ormai una certezza, ci dar&agrave; un supporto ad alto livello con la consapevolezza che le RSV4 sono moto molto competitive", dice il team manager Enzo Chiapello

STK1000: Vitali e Scheib con Nuova M2 Racing

&ldquo;E&rsquo; con grande piacere che annuncio questo nostro nuovo arrivo nella Superstock 1000, una categoria che ci ha gi&agrave; visto vincitori nel 2016&quot;, cos&igrave; Genesio Bevilacqua, patron del team Althea, introduce l&#39;ingresso di Faccani nella sua squadra. &quot;Marco &egrave; un bravo ragazzo, di grande carattere e noi l&rsquo;abbiamo scelto anche per questo, per la sua personalit&agrave; in pista. Credo che con lui ci toglieremo delle belle soddisfazioni. C&rsquo;&egrave; del lavoro da fare, ma siamo pronti ad affrontarlo e a fare i passi che servono, assieme a Marco, sia dal punto di vista tecnico che professionale&rdquo;.  Nei due giorni in pista a Jerez de la Frontera, Faccani si &egrave; dimostrato subito a proprio agio sulla BMW S 1000 RR in versione Superstock, nonostante abbia dovuto affrontare una pista insidiosa a causa delle piogge.  Finite le prove, la squadra italiana gestita da Genesio Bevilacqua ha preso una decisione importante, che vedr&agrave; il giovane pilota italiano, classe 1994, in sella alla BMW nella Stock 1000 per la prossima stagione.   Il ravennate, campione europeo Superstock 600 nel 2014, quest&rsquo;anno ha concluso la Superstock 1000 FIM Cup in undicesima posizionale finale e si &egrave; dichiarato entusiasta di entrare a far parte del team Althea BMW Racing, per una tappa importante della sua giovane carriera.  &quot;Sono state due belle giornate di prove, prima in condizioni &lsquo;full wet&rsquo; e poi anche in condizioni asciutte; &egrave; stato utile poter girare qui con la moto nelle due diverse configurazioni&quot;, ha detto Marco Faccani. &quot;Devo dire che mi &egrave; piaciuta fin da subito la S1000RR BMW, mi sembra una moto abbastanza &lsquo;semplice&rsquo;, anche se so che farla andare veramente forte sar&agrave; pi&ugrave; difficile. Non ero molto abituato a percorrere cos&igrave; tanti giri, ma mi sono divertito. Sono contentissimo di avere questa opportunit&agrave;, vorrei giocarmi il campionato la prossima stagione e con la squadra Althea BMW so di avere delle ottime chance. Ringrazio il team Althea e la BMW e spero di poter ripagare tutti quanti, ottenendo buoni risultati in gara e lottando per il titolo 2017&rdquo;. Anche Jordi Torres &egrave; sceso in pista a Jerez, continuando il lavoro di sviluppo programmato per l&rsquo;inverno 2016/2017. La squadra non svolger&agrave; altri test quest&rsquo;anno, ma torner&agrave; in pista a gennaio per prepararsi al meglio per la prossima stagione agonistica 2017. 

&quot;Sono contentissimo di avere questa opportunit&agrave;, vorrei giocarmi il campionato la prossima stagione e con la squadra Althea BMW so di avere delle ottime chance&quot;, dice Faccani dopo i primi test a Jerez

STK1000: Faccani firma con BMW Althea

        Il venerd&igrave; di prove libere per la Superstock 1000 a Jerez si chiude con il miglior crono dell'argentino Leandro Mercado, che con la Ducati ufficiale dello Junior Team stampa un "tempone", 4 decimi migliore di Maximilian Scheib, autore del secondo tempo sulla BMW. Terzo crono per il compagno di squadra di Mercado, Michael Ruben Rinaldi, che precede l'Aprilia Nuova M2 racing di Roberto Tamburini, la Yamaha R1 di Riccardo Russo e l'altra Aprilia di Alessandro Nocco.  Alle spalle del francese Lucas Mahias si piazzano altri due italiani: Raffaele De Rosa con la BMW del team Althea, e Marco Faccani con la Ducati del team Triple-M Racing, mentre Jeremy Guarnoni completa la top ten.  Undicesimo crono per la Ducati del team Barni di Alessandro Andreozzi, che precede l'Aprilia di Kevin Calia e la Yamaha di Andrea Mantovani. Quindicesimo Federico D'Annunzio, alle spalle del campione della 600 Superstock Toprak Razgatlioglu, con Federico Sandi in sedicesima posizione.  Qui la classifica combinata delle qualifiche di oggi.       

Terzo tempo per Michael Ruben Rinaldi davanti a Roberto Tamburini, leader del primo turno. Quinto crono per Russo, poi Nocco. Anche Faccani e Andreozzi nella top ten

Superstock 1000: Mercado domina le libere a Jerez

L&rsquo;assegnazione del titolo di Campione del Mondo della Superstock 1000 &egrave; rimandata a Jerez de la Frontera, dove si preannuncia una gara infuocata tra Raffaele De Rosa e Leando Mercado, che ora sono staccati di soli 7 punti, con il primo che ha dimezzato il distacco sul secondo. De Rosa, infatti, si &egrave; classificato terzo mentre Mercado non &egrave; andato oltre il settimo posto. Ma lotta per il campionato a parte, &egrave; stato Lucas Mahias il vero protagonista della gara, che &egrave; riuscito a dominare dall&rsquo;inizio alla fine sfruttando la perfetta conoscenza del circuito di casa.  &nbsp;  Cos&igrave; Mahias porta a due le vittorie in Superstock &ndash; la prima a Misano - peraltro su due gare disputate. Una vittoria mai in discussione, sin da quando al primo giro alla prima staccata all&rsquo;Adelaide Mahias ha passato De Rosa con una grandissima frenata all&rsquo;esterno. A questo punto si spiega perch&eacute; il prossimo anno correr&agrave; in Supersport con la Yamaha ufficiale. A nulla sono serviti gli sforzi di Razgatlioglu e di De Rosa, che anzi si sono rallentati a vicenda nel tentativo di superare il pilota francese; alla fine comunque il pilota turco ha avuto la meglio.  &nbsp;  Al quinto posto si &egrave; piazzato Tamburini con Jeremy Guarnoni alle sue spalle, seguito da Riccardo Russo. Settimo, come detto, Mercado che &egrave; rimasto davanti al suo compagno di squadra Ruben Rinaldi. Chiudono la top ten Black e Suchet. 

De Rosa&nbsp;si &egrave; classificato terzo mentre Mercado non &egrave; andato oltre il settimo posto

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